Quando si parla di Formula 1 con gli appassionati più giovani i nomi che ti citano sono quelli di Schumacher, Hamilton, Senna, Vettel, ecc… qualche volta Lauda. A questi ragazzi dico che ci sono leggende la cui grandezza va al di là dei numeri nudi e crudi.
A questa ristretta categoria appartiene Gianclaudio Regazzoni, per tutti Clay Regazzoni, un campione che ha scritto pagine indimenticabili nel grande libro della Formula 1, ma soprattutto un grandissimo uomo che ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore delle persone che hanno seguito la sua fantastica carriera.
Tutto ebbe inizio il 6 settembre 1970 sul circuito di Monza, l’Università della velocità, dove Clay Regazzoni, al termine di una gara condotta da fuoriclasse, portò la Ferrari 312 B ad un successo storico con il pubblico che, per la prima volta nella storia del Mondiale, invase la pista per portare in trionfo il campione ticinese, eleggendolo a proprio beniamino.
Da qui in avanti una carriera fatta di grandi vittorie (Nürburgring, ancora Monza, Long Beach, Silverstone, pista dove nel 1979 regalò la prima vittoria assoluta alla scuderia inglese Williams) e di un titolo mondiale, quello del 1974 contro Emerson Fittipaldi, perso all’ultima gara non certo per colpe sue, ma per delle decisioni a dir poco assurde da parte dei responsabili della scuderia di Maranello.
Il 30 marzo 1980 sul circuito di Long Beach, in fondo al rettilineo della Shoreline Drive, la sorte tese a Clay Regazzoni un agguato tremendo. Un incidente gli cambiò di colpo la vita e lo costrinse su una sedia a rotelle. Ma il destino non aveva fatto i conti con il suo spirito da lottatore indomito; trasformò il suo handicap in un’opportunità per portare a conoscenza dell’opinione pubblica la situazione in cui vivono i paraplegici.
Con il suo sorriso, la sua determinazione e la sua grande competenza Clay Regazzoni riuscì ad aprire porte ottenendo risultati che altri, con paroloni inutili e promesse vane, nemmeno si sognavano. Aprì sul circuito di Vallelunga una scuola di pilotaggio per portatori di handicap e altre numerose iniziative, tra cui una Onlus, che porta il suo nome, per la raccolta fondi a favore della ricerca sulla paraplegia.
Il 15 dicembre 2006, nei pressi di Parma, un incidente stradale tolse Clay all’affetto dei suoi cari e dei numerosi tifosi: da quel giorno tutti ci siamo sentiti più poveri.
Diceva lo scrittore russo Tolstoj che finché le persone avranno radici nel cuore di qualcuno, non moriranno mai, per questo Clay sarà eterno come il messaggio che ci ha lasciato in eredità.
Clay Regazzoni era nato in Ticino, ma le persone come lui non hanno nazionalità, esse appartengono al mondo e sono un patrimonio dell’umanità. Campione, uomo semplice e umile, leggenda ma più di ogni cosa è e rimarrà per tutti Clay.