In Formula 1 non è mai stato facile creare una squadra, trovare sponsor e finanziamenti, assumere buoni piloti e, dagli anni ’70, progettare e costruire la propria auto. Per non parlare di essere competitivo una volta che sei in pista. Se ti impegni con un budget limitato, inevitabilmente i tuoi obiettivi saranno modesti. Così è stato con il team Trojan, entrato nel mondo dei Grand Prix nel 1974. Costituita sotto la presidenza di Peter Agg in una fabbrica di Croydon, nel sud di Londra, all’inizio degli anni ’70, la Trojan ha iniziato con un telaio McLaren M8E Can-Am. Ma quando la McLaren si ritirò dalla serie Agg decise di andare avanti da solo prendendo il leggendario tecnico Ron Tauranac, che aveva lasciato la Brabham dopo che Bernie Ecclestone aveva rilevato la squadra. Gli fu commissionato di utilizzare la McLaren M21 come base per la Trojan di F5000, la T101.
La T101 venne svelata nel marzo 1973 e il tocco di Tauranac era evidente. Nel campionato F5000 nordamericano, Jody Scheckter conquistò il titolo mentre nella serie europea sia Bob Evans che Keith Holland ottennero buoni risultati. Per il 1974 Tauranac progettò da zero la T102 di F5000, il cui telaio a sua volta divenne la base per la T103 con cui la Trojan diede l’assalto alla F1. Con pochi fondi disponibili e con Agg desideroso di limitare il budget del team, l’obiettivo era produrre una macchina convenzionale a basso costo.
La T103 era fondamentalmente una T102 con pneumatici Firestone e un motore Cosworth DFV V8 da 3 litri accoppiato ad un cambio Hewland DG300. Presentava una geometria delle sospensioni ortodossa e aveva due radiatori incorporati nell’ampia sezione del muso. Gli sponsor includevano la filiale britannica della Suzuki e la Homelite, attrezzature per l’edilizia ed il pilota era l’australiano Tim Schenken. Era un pacchetto apparentemente solido e Tauranac mise a rischio la sua reputazione iscrivendo la squadra come “Trojan-Tauranac Racing”.
Ma “basso costo” equivale a “non all’avanguardia” e in verità non era realistico aspettarsi troppo in termini di risultati. E così è stato. Iscritto per la prima volta nel 4° round del Campionato del Mondo 1974 al GP di Spagna a Jarama, Schenken si è qualificato 26° e ultimo, superando la Lola di Guy Edwards per 0”07 secondi. Nonostante l’australiano sia andato in testacoda verso la fine della gara, è stato comunque classificato con 8 giri di ritardo.
In Belgio la Trojan si è qualificata 23°, in gara Schenken è finito 10° su 18 classificati, a due giri dalla McLaren di Emerson Fittipaldi. A Monaco l’australiano si è qualificato 24° su 27 ma è rimasto invischiato nella collisione del primo giro con Brambilla, la BRM di Jean-Pierre Beltoise, la Shadow di Brian Redman, la Surtees di Carlos Pace, la McLaren di Denny Hulme e la Iso Marlboro di Arturo Merzario.
Saltata la Svezia, la Trojan si ripresenta a Zandvoort in Olanda ma Schenken si ferma a 4”34 secondi dalla pole di Niki Lauda e firma il 26° tempo ma sono solo 25 i piloti al via. La Trojan ha mancato la partenza per 0”31 secondi. Dopo aver saltato il GP di Francia, a Brands Hatch la monoposto appare con una nuova ala anteriore e con l’airbox modificato. In una sessione di qualifiche molto serrata, Schenken è a soli 2”7 secondi dalla pole ma alla fine conquista il 25° e ultimo posto in griglia ma in gara dopo soli 6 giri si verificano problemi alla sospensione e la Trojan è costretta ad abbandonare. Al Nurburgring, nel GP di Germania, la T103 per la seconda volta non si qualifica.
Su piste più veloci l’auto regala il meglio: all’Österreichring, con l’eroe locale Lauda in pole, Schenken è dietro di soli 2”03 secondi, con un favoloso 19° posto in griglia davanti a Hill, Brambilla, Jacky Ickx e Jean-Pierre Jarier. Meno convincente in gara, l’australiano finisce decimo. Monza mostra che la prestazione in Austria non è stata un colpo di fortuna. In Italia Schenken è 20° in qualifica, a soli 2”56 secondi da Lauda. Quando, in gara, i problemi al cambio si sono verificati dopo 15 giri, la Trojan era già salita al 12° posto.
Proprio mentre la squadra sembrava diventare competitiva, i limiti del budget si sono fatti sentire e in un lampo il team Trojan F1 è sparito. Visto il suo approccio conservativo ci sarebbe da chiedersi quale fosse l’obiettivo della squadra…