Aveva solo 23 anni quando un incidente aereo ha fermato per sempre la carriera di uno dei più talentuosi piloti della F1 degli anni ’70. Assieme a Tony Brise morirono il due volte campione del mondo e alcuni tecnici

Sono davvero pochi 23 anni per andarsene da questo mondo. Hai tutta la vita davanti e una carriera che si preannuncia luminosa come quella di altri due piloti tuoi coetanei, Tom Pryce e Roger Williamson. La “lost generation” della F1 britannica: Williamson se ne va a 25 anni nel 1973 nel rogo della sua monoposto a Zandvoort, Pryce a 28 nel 1977 colpito da un estintore dopo aver investito un giovane commissario durante il GP del Sud Africa a Kyalami. Tony Brise muore a 23 anni il 29 novembre 1975 assieme ad una leggenda del motorsport, Graham Hill.

Il team Embassy Hill a fine novembre sta provando la monoposto in vista della stagione 1976 sul circuito del Paul Ricard, in Francia. Sabato 29 novembre parte della squadra fa ritorno in Gran Bretagna partendo da Marsiglia sul Piper Aztec personale di Graham Hill. Quando sta per atterrare ne piccolo aeroporto di Elstree nell’Hertfordshire, in mezzo ad una fitta nebbia, l’aereo centra gli alberi dell’Arkley Golf Course. Il velivolo prende fuoco e per gli occupanti non c’è scampo. Assieme a Graham Hill ed al pilota muoiono anche gli ingegneri Ray Brimble, Andy Smallman, Terry Richards e Tony Halcock.

Anthony Brise nasce il 28 marzo 1952 a Dartford, nella contea del Kent. Suo padre John possiede un allevamento di maiali e nel tempo libero corre con le stock car ed in Formula 3. Ben presto sia Tony che il fratello minore Tim salgono su un kart. Tony diventa campione nazionale nel 1969 e l’anno dopo passa alle monoposto di Formula Ford 1600, categoria che nel 1971 chiude al secondo posto con una Merlyn. Le sue prestazioni attirano l’attenzione di un certo Bernard Charles “Bernie” Ecclestone che ha da poco acquistato il team Brabham e che offre al giovane pilota una BT28 per il campionato nazionale di F3 1972. La monoposto è poco competitiva ed a metà stagione passa ad una GRD 372, che nelle mani del rivale Roger Williamson domina la scena. Le prestazioni sono buone e il proprietario della GRD, Mike Warner, gli offre il posto di Williamson per il 1973. Vince i due campionati che si corrono in Gran Bretagna, il John Player ed il Lombard, battendo gente del calibro di Alan Jones e Jacques Laffite ma non basta per trovare un posto in F2.

Raccogliendo qualche soldo acquista una March 733 per la Formula Atlantic: debutta nella terza gara, a Silverstone e, a sorpresa, vince. Ma una settimana dopo a Snetterton, rovina l’auto in un incidente. A quel punto Teddy Savory gli offrì un posto nel team Modus per il resto della stagione e il giovane pilota vince a Mondello Park e Brands Hatch. Nel 1975 il talentuoso pilota ottiene sei vittorie e il titolo nel campionato John Player Formula Atlantic.

Ad aprile di quell’anno Frank Williams lo convoca per un test con la sua monoposto di F1 perché il team ha bisogno di un sostituto di Jacques Laffite, che ha deciso di perseguire le sue ambizioni per il titolo europeo di F2 al Nürburgring piuttosto che partecipare al Gran Premio di Spagna.

L’inglese passa la prova e corre sul circuito del Montjuïc a Barcellona. Con la FW03 ottiene un buon 18° posto in griglia, davanti alla Ensign di Roelof Wunderink e alla Hesketh di Alan Jones. La gara è funestata dall’incidente causato dalla rottura dell’ala posteriore della Embassy Hill di Rolf Stommelen: la vettura finisce contro la barriera, rimbalzando oltre la recinzione sul lato opposto, cinque persone trovano la morte. Il debuttante era addirittura settimo prima che la gara venisse interrotta al 29esimo giro.

Al GP di Monaco torna Laffite. Graham Hill, che stava spendendo gli spiccioli della carriera dividendosi tra il ruolo di pilota e quello di manager del suo team, non riesce a qualificarsi. L’esperto inglese decide allora di concentrarsi sulla gestione della squadra e offre la sua monoposto a Brise, per affiancare l’australiano Vern Schuppan.

Il debutto è a Zolder, in Belgio, dove il giovane britannico ottiene un ottimo settimo posto in griglia davanti a Emerson Fittipaldi e Jody Scheckter ma in gara il motore Cosworth DFV lo lascia a piedi. Ad Anderstorp, in Svezia, partendo dal 17° posto si fa strada fino alla quarta posizione prima che il cambio faccia capricci. Deve lasciare passare Mario Andretti e Mark Donohue e taglia il traguardo sesto. È settimo a Zandvoort ed al Paul Ricard mentre a Monza ottiene un fantastico sesto posto in griglia superando Reutemann, Hunt e Pace, ma un testacoda al secondo giro manda in fumo i suoi sogni.

Graham Hill rimane colpito dal talentuoso britannico e le speranze per il 1976 sono notevoli. Andy Smallman disegna la nuova Hill GH2 sulla base della Lola T370 ed il programma di test prevede alcune sedute sul circuito del Paul Ricard nel sud della Francia in vista della nuova stagione. Che Tony Brise non vedrà mai.