Per gli appassionati il suo nome voleva dire Alfa Romeo dato che alla Casa del Biscione ha legato praticamente tutta la sua vita sportiva. Le auto che hanno vinto sulle piste di tutto il mondo sono passate sotto le sue mani e sono cresciute grazie alla sua bravura e alla sua competenza. Teodoro Zeccoli (scomparso il 6 marzo 2019) il 15 ottobre 1929 nasce a Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna.
Romagna terra di motori e Zeccoli è figlio della sua terra: appena possibile sale in auto e corre. A metà degli anni ’50 esordisce al volante di una Fiat 1100 Zagato per poi passare ad un’Osca S1500 ed alla Lancia Appia GTZ difendendo i colori della scuderia Centro Sud di Mimmo Dei. Nel 1960 ha un contatto con Ferrari che lo vorrebbe come collaudatore ma preferisce l’offerta di Karl Abarth: per due anni corre con lo Scorpione e lavora come tester.
Sulle piste conosce l’ingegner Carlo Chiti che lo vuole come collaudatore alla Ats prima ed all’Autodelta poi che in seguito diventerà il reparto sportivo dell’Alfa Romeo. Il suo lavoro di sviluppo inizia con la Giulia TI Super prima di passare alle TZ e TZ2. Poi fu l’ora della GTA e della 33, dalla prima barchetta 2 litri fino alle Sport con motore 3 litri.
La “33” venne svezzata sulla pista di prova di Balocco il 7 gennaio 1967, qualche giorno dopo venne portata a Monza. In frenata una ruote si blocca, la vettura sbanda sul ghiaccio (gli spalatori avevano tolto in mattinata la neve dalla pista), picchia e si spezza in due prendendo fuoco: Zeccoli riuscì a saltare fuori dall’abitacolo ma il telaio in elektron bruciò per tre ore…
In primavera Zeccoli porta al debutto l’Alfa 33 vincendo la cronoscalata di Fleron in Belgio, primo atto di una stagione che vide il pilota romagnolo gareggiare nel Mondiale Marche con gli altri piloti dell’Autodelta. Tra i suoi successi più importanti la 500 Km di Imola 1968 assieme a Nino Vaccarella sulla 33/2, la 4 Ore del Jolly Club 1966 a Monza e la 6 Ore del Nürburgring dello stesso anno, in entrambe le occasioni con Andrea De Adamich sulla GTA 1600.
La carriera di Zeccoli finì bruscamente nel 1973: sta girando a Balocco con la 33 quando, per un problema ai freni, l’auto parte di coda. Impazzita, vola fuori pista capottando cinque volte. Zeccoli si ruppe la quinta vertebra cervicale e decise di smettere di correre, a parte qualche gara sporadica, limitandosi a fare il tester. Continuò a provare le vetture dell’Alfa Romeo fino al 1980, le ultime furono le monoposto di Formula 1 di Andretti e Giacomelli.