Ayrton Senna sarebbe venuto fuori lo stesso, di sicuro. Probabilmente anche Keke Rosberg avrebbe trovato un altro modo per arrivare comunque in Formula 1. Resta il fatto che entrambi devono molto ad un anziano asiatico con i baffetti, appassionato di motorsport ed ancora di più della bella vita. Si chiama Theodore “Teddy” Yip e non è un caso che nei mitici anni ’70 sia sbarcato in Formula 1 un team che si chiamava appunto Theodore.
Riavvolgiamo il nastro. Teddy Yip nasce nel 1907 a Medan, all’epoca una colonia olandese sull’isola di Sumatra. Appartiene ad una famiglia agiata che può mandarlo a studiare in Olanda. Nel Sud Est asiatico, negli anni della seconda guerra mondiale, si mescolano vari mondi, non sempre chiari e non sempre leciti. Europei, americani ed asiatici si ritrovano laggiù per stringere accordi e fare affari lontano da bombe e tragedie. Yip nel 1942 lascia Sumatra per Hong Kong dove inizia la sua scalata. Spazia dagli alberghi al casinò, dalle agenzie di viaggio a società di vario genere, commercia con personaggi provenienti da ogni parte del mondo grazie anche al fatto che parla sei varianti di cinese, olandese, inglese, francese, tedesco, malese e thailandese.
Il nostro miliardario con gli occhi a mandorla ed i baffetti nel 1950 scopre le corse: gareggia con una Jaguar XK120 e si appassionerà in maniera totale del motorsport. Nel frattempo continua a fare business: mentre saltuariamente corre in macchina nel 1962 con il cognato Stanley Ho, fratello della moglie Susie, crea la Sociedade de Turismo e Diversoes de Macau che ottiene dal governo il monopolio sui casinò della colonia olandese…
Nei primi anni ’70 conosce il team manager irlandese Sid Taylor: insieme aiutano l’australiano Vern Shuppan in F5000 per poi trovargli un posto, nel 1974, in F1 con il team Ensign. Ma Yip vuole fare da solo e nel 1976 fonda la Theodore Racing per cui in F1 l’anno dopo corre Patrick Tambay, sempre con una Ensign. L’anno dopo avviene il salto di qualità: Teddy Yip chiede a Ron Tauranac, all’epoca progettista e titolare della Ralt, di disegnargli una monoposto di F1. Nasce così la TR1, che subito apparirà troppo pesante e di conseguenza lenta, affidata a due debuttanti: prima l’americano di Roma Eddie Cheever e poi il finlandese Keke Rosberg. Dopo un’annata deludente Yip si sposta nella Formula Aurora, campionato inglese per vetture di F1, dove è presente con David Kennedy su una Wolf.
Torna in Formula 1 nel 1981 con la TY01 “firmata” da Tony Southgate, il geniale progettista ex Shadow, Lotus ed Arrows che qualche anno dopo disegnerà la Ford RS200 Gruppo B da rally e poi vetture Sport come la Ferrari 333 SP, la Toyota TS010 e l’Audi R8R. La vettura viene guidata da Patrick Tambay (che conquista un punto a Long Beach), Marc Surer e Geoff Lees. Nel 1982 la TY02 con Derek Daly, Tommy Byrne, Geoff Lees e Jan Lammers è sempre nelle retrovie e le finanze iniziano ad essere in crisi. Nel 1983 Yip, per i sudamericani Roberto Guerrero e Johnny Cecotto, decide di comprare due vecchi telai Ensign rivisti da Nigel Bennet ma i risultati sono scarsi ed a fine stagione il team chiude i battenti.
Yip, che ha ormai 75 anni, si dedica ai suoi affari ma non abbandona le corse: sempre nel 1983 crea la prima edizione del GP di Macao per monoposto di F3. Negli anni a venire la gara diventerà un classico di fine stagione rivaleggiando in popolarità con quella che si corre a Monte Carlo alla vigilia del GP. Per la prima edizione della “sua” gara Teddy Yip ingaggia un giovane brasiliano che si chiama Ayrton Senna che sale su una Ralt RT3 con motore Toyota. Stampa la pole position davanti a gente come Roberto Guerrero, Martin Brundle, Pierluigi Martini e Gerhard Berger e poi va a vincere superando Guerrero e Berger. Theodore “Teddy” Yip muore nel 2003 a 96 anni, giornali e tv del Sud Est asiatico diedero al suo funerale una risonanza degna di quella di un Capo di Stato.