Nata nel 1947 per volontà dell’Automobile Club Trento, la Stella Alpina raccolse numerosi piloti di valore prima di trasformarsi, in anni recenti, in una gara di regolarità

La Stella Alpina nasce subito dopo la guerra. Nel 1947 si svolge la prima edizione come gara internazionale riservata alle vetture Sport e Turismo, l’organizzazione è dell’Automobile Club di Trento in collaborazione con i club automobilistici del Triveneto. La Stella Alpina nasce grazie all’entusiasmo che nell’immediato dopoguerra coinvolse il movimento motoristico trentino che voleva dare vita a qualcosa di importante.

Il primo regolamento della corsa prevedeva che il percorso, diviso in quattro tappe, comprendesse alcuni tratti cronometrati che diventavano così le basi della classifica finale. La prima edizione, con 51 concorrenti ai nastri di partenza, fu vinta da Piero Taruffi, in coppia con la moglie, su una Lancia Aprilia.

Nella seconda edizione, il percorso fu allungato a 1400 chilometri con dieci tratti cronometrati, furono 58 concorrenti al via. A vincere il carrozziere torinese Nuccio Bertone su Fiat Stanguellini. Rispetto all’edizione del 1947 le novità del percorso furono lo Stelvio, la Cima d’Asta e il Garda. Nel 1949 la gara, arrivata alla terza edizione, fu ancora più impegnativa: vennero modificate le tabelle di media con incrementi di velocità per le categorie Sport e Turismo, le prove aumentarono a 15 e il percorso andò a toccare i laghi di Molveno e di Carezza, i passi Gavia e Costalunga e le stazioni turistiche di Andalo, Folgaria, Enego ed anche Valdagno. La lunghezza del percorso crebbe fino a 1.480 chilometri. La vittoria assoluta andò a Franco Simontacchi, su Fiat Stanguellini, che s’impose a sorpresa per soli 12” sul favorito Ovidio Capelli, anche lui su Fiat Stanguellini, sul terzo gradino del podio salì Vittorio Bulgarini su Cisitalia. Nel 1950 la vittoria finì nelle mani di Salvatore Ammendola.

Nel 1951 i concorrenti al via furono 96 tra campioni del volante e specialisti delle gare di montagna. Il pronostico si divideva tra Salvatore Ammendola, già vincitore nel 1950 e al via con una Ferrari 340 ed Enrico Anselmi su Lancia Aurelia GT che in quell’anno fu anche il vincitore della Coppa delle Dolomiti e chiuse la Mille Miglia primo di classe. Dopo sette impegnative prove cronometrate la vittoria andò ad Ammendola, alle sue spalle Luigi Valenzano su Lancia Aurelia e Augusto Saraceni su Ferrari.

Nel 1956 la storia della Stella Alpina si ferma. Bisognerà attendere quasi trent’anni, fino al 1984 per assistere alla prima rievocazione organizzata dalla Scuderia Trentina con la formula della regolarità classica aperta alle vetture storiche costruite fino al 1955.