Una vita dedicata alle corse quella di Ron Dennis. Tutti conoscono gli oltre trent’anni a capo della scuderia inglese ma il cammino fatto da quando ragazzino era ai box della Cooper è anch’esso avvincente

Intelligente, furbo, autoritario ed ambizioso. Il britannico Ron Dennis è uno di quei personaggi che hanno lasciato un segno importante nella storia della Formula 1. Come co-proprietario e team principal del Team McLaren si è trovato a gestire gente come Ayrton Senna, Alain Prost, Niki Lauda, Mika Hakkinen, Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Ma quale è stato il suo cammino prima di arrivare al vertice?

Nato a Woking il 1° giugno 1947, Ron Dennis a 16 anni lascia la scuola per entrare, come apprendista, alla Thomson & Taylor, azienda che costruisce prototipi da record di velocità. Di giorno lavora e, quando esce dalla fabbrica, frequenta la scuola serale al Guildford Technical College. Quando la Thomson & Taylor viene assorbita dal Chipstead Group, Ron Dennis passa alla Cooper Car Company. Qui assembla monoposto di F2 e F3 ma a soli 19 anni, il 23 ottobre 1966, si trova al GP del Messico di Formula 1 (vinto dalla Cooper di Surtees) come giovane apprendista tuttofare, imparando nello stesso tempo il mestiere del meccanico da corsa.

Ben presto Ron Dennis è promosso a vice-responsabile della macchina di Rindt. Quando l’austriaco passa alla Brabham, è l’annata 1968, lo segue ma, cercando di far carriera, diventa uno dei meccanici dello stesso Jack Brabham. Quando Rindt nel ’69 si sposta alla Lotus, Dennis decide di rimanere con l’australiano. A fine 1970 “Black Jack” sceglie di smettere e vende la squadra al suo socio Ron Tauranac. Desideroso di mettersi in proprio, Ron Dennis s’accorda con il nuovo proprietario ed assieme ad un altro meccanico della Brabham, Neil Trundle, gestisce due BT36-Cosworth nell’Europeo di F2.

Giocando con il nome dei due titolari, il team viene battezzato Rondel Racing. La sede è a Woking. Il francese Bob Wollek si propone come pilota ma non ha abbastanza soldi per conquistare un sedile. Invece Graham Hill, passato alla Brabham nel 1971, si offre gratuitamente come pilota mentre Tauranac chiederà i soldi del noleggio delle BT36 solo a fine stagione, vista la grande stima verso i due ex meccanici.

Hill corre solo una parte del campionato, Wollek si accontenta di qualche apparizione e quindi il pilota di punta è l’australiano Tim Schenken. Il 4 aprile 1971 a Hockenheim Graham Hill è secondo dietro alla Tecno di Cevert, Schenken è quarto. Essendo pilota classificato “A” (ovvero quelli che corrono in F1), Hill non conquista punti per l’Europeo. Alla seconda gara, a Thruxton, Graham Hill regala la prima vittoria alla Rondel battendo Ronnie Peterson e Derek Bell. Poi Schenken vince a Còrdoba, in Argentina, ed è secondo a Crystal Palace, Tulln e a Mantorp Park e terzo al Kinnekullering; Hill invece finisce secondo a Brands Hatch e terzo a Rouen. A fine campionato Schenken è quarto nell’Euro F2 dietro a Peterson, Reutemann e Quester.

Nel 1972 arrivano i soldi dello sponsor Motul: il team acquista due Brabham BT38 su cui salgono Tim Schenken, Henri Pescarolo, Carlos Reutemann, Derek Bell e Bob Wollek. Reutemann è vittima di un brutto incidente nelle prove di Thruxton per il blocco dell’acceleratore: si rompe una gamba e deve saltare due mesi di gare.Schenken vince a Hockenheim, è secondo a Interlagos e terzo a Oulton Park, Henri Pescarolo vince a Pergusa. Wollek sale sul podio a Imola, Hockenheim e ad Albi. Derek Bell è secondo al Nurburgring. Carlos Reutemann vede il podio a Mallory Park, Crystal Palace, Rouen e Zeltweg.

Nell’estate di quell’anno, Ron Dennis ha un grave incidente stradale addormentandosi al volante. Subisce gravi lesioni alla testa, per diversi mesi rimane in ospedale e deve ricorrere alla chirugia plastica per “sistemare” il suo viso. L’incidente lo costringe ad assumere un ruolo più manageriale e durante la degenza pensa ad una monoposto costruita in proprio. È la Motul M1 studiata dalla Aerodynamics Ray Jessop, azienda che ha già collaborato con la Brabham. Nel 1973 il debutto è strepitoso: a Thruxton Pescarolo vince davanti a Wollek mentre al Norisring la squadra si prende il podio con Schenken, Tom Pryce e Pescarolo, Wollek è quinto. Schenken sale sul podio anche al Nurburgring, a Pau, ad Kinnekullering ed a Rouen.

A 26 anni Rond Dennis chiede a Ray Jassop di disegnare la Motul-Rondel RJ02 per la Formula 1 ma la crisi petrolifera scombina i piani. La Motul abbandona il progetto e passa alla BRM, così Dennis ha una monoposto di F1 quasi pronta ma non ha i soldi per farla correre. I finanziatori del team Rondel, Tony Vlassopoulos e Ken Grob, vogliono la F1 e quindi lasciano Dennis e Trundle. Vlassopoulos e Grob uniscono i loro nomi e fondano la Token, Jessop decide di seguire il progetto e lascia la Rondel.

A quel punto anche Ron Dennis e Neil Trundle si dividono e sciolgono la Rondel Racing. Se il secondo crea un team di Formula Ford che avrà successo negli anni a venire, Dennis resta in F2 per gestire l’Ortega Ecuador Marlboro Team che schiera due Surtees TS15 motorizzate BMW. È una scuderia ecuadoregna che ha come piloti Guillermo Ortega e Fausto Merello, settimi alla 24 Ore di Le Mans 1973 con una Porsche 908 ma che in Formula 2 sono assolutamente inadeguati. Sulla terza vettura salgono altri piloti, a turno: Schenken è secondo a Nogaro e sesto a Pau e Vallelunga mentre Vern Schuppan, Reine Wisell e Rolf Stommelen non ottengono risultati. Però quell’esperienza è importante perché permette a Ron Dennis di entrare in contatto con la Philip Morris.

Dennis crea un proprio team per il 1975 e lo chiama Project Three Racing. Le monoposto sono due March 752-BMW Schnitzer, una per Vittorio Brambilla e l’altra per piloti paganti. Si alternano, senza particolari risultati, Maurizio Flammini, Jean Pierre Jaussaud e Tim Schenken. Patrick Depailler conquista il podio a Pau e Vittorio Brambilla vince a Vallelunga nell’ultima gara della stagione.

Nel 1976 nasce il Project Four Racing: alla prima gara di Hockenheim presenta due March 752 per il tedesco Jochen Mass e per il 18enne italoamericano Eddie Cheever, il motore è il Dino Ferrari ma i due piloti non si qualificano. A Thruxton Vittorio Brambilla prende il posto di Mass ma l’esito non è diverso. Sulla March di Cheever viene montato un motore Hart ed il ragazzino è quarto. Il 7 giugno, a Pau, Ron Dennis fa debuttare un giovane, sconosciuto, canadese: si chiama Gilles Villeneuve e si ritira dopo 13 giri per surriscaldamento.

Per il 1977 il team acquista due Ralt RT1 per Cheever ed il brasiliano Ingo Hoffmann. Eddie vince a Rouen, è sul podio a Thruxton, al Nurburgring, a Misano, a Vallelunga ed all’Estoril. Alla fine, in campionato, è secondo a 12 punti dal Campione René Arnoux. Hoffmann è terzo a Nogaro, Pergusa e Misano. Grazie ai risultati ottenuti la squadra di Ron Dennis, sempre con Cheever e Hoffman, viene seguita dalla BMW, cambiando nome in BMW Team Challenge-Project Four Racing e disponendo di due nuove March 782. Il team ufficiale Polifac-March-BMW con Giacomelli, Surer e Winkelhock domina la stagione ma Cheever è secondo a Rouen e a Pergusa e terzo al Nurburgring concludendo quarto nell’Europeo.

Il 1979 è l’anno della svolta decisiva. La Project Four Racing di Ron Dennis allarga il suo raggio d’azione. Corre con il brasiliano Chico Serra nel Campionato inglese di F3 con la March 793 con le insegne del team Sadia Racing with Project Four mentre in Formula 2, grazie all’imprenditore Creighton Brown, trova lo sponsor ICI Chemicals. Il team Project Four-ICI Racing Team fa correre due March 792-BMW per l’irlandese Derek Daly e l’inglese Stephen South. A questo s’aggiunge l’impegno nella Serie Procar voluta dal boss della BMW, Jochen Neerpasch, a contorno dei GP di F1 europei. Le 25 BMW M1 Gruppo 4 gestite da vari team sono assemblate e preparate da Osella e dal Project Four. La squadra di Ron Dennis fa correre anche una propria vettura che la Marlboro ha voluto per Niki Lauda. Alla fine l’austriaco vince la serie con tre vittorie in otto gare.

In F2 Daly vince a Donington ed è secondo a Silverstone, Thruxton e Pergusa dove South è terzo. Keke Rosberg sostituisce Daly a Hockenheim e vince la gara. A fine anno l’irlandese è terzo pur avendo saltato tre gare, essendo impegnato anche in Formula 1. In F3 Chico Serra vince cinque gare e porta a casa il titolo battendo Andrea De Cesaris e Mike Thackwell. L’anno dopo, nel 1980, nella serie britannica Ron Dennis vince ancora grazie a Stefan Johansson su una March 803-Toyota con i colori Marlboro. In F2 ci sono Serra e De Cesaris con le March 802 ma le Toleman sono troppo forti e bisogna accontentarsi della vittoria dell’italiano a Misano.

Già nel 1979, intanto, l’ambizioso Ron Dennis pensa al salto in Formula 1 e mette gli occhi su un giovane tecnico, John Barnard che, dopo qualche anno alla McLaren, nel 1980 progetta la Chaparral che vince la Indy 500.Barnard risponde positivamente alle avances ed è disposto a progettare una monoposto di F1 a patto di realizzare il telaio in fibra di carbonio, materiale che all’epoca iniziava ad essere utilizzato nelle competizioni. Ron Dennis presenta il progetto alla Philip Morris che sarà lo sponsor principale con il marchio Marlboro. La nuova vettura sarà siglata MP4, ovvero Marlboro Project 4.

Alla fine del 1979 Ron Dennis propone a Teddy Mayer, team principal di una McLaren da tempo in crisi, di unire le forza ma la risposta è negativa. La Marlboro forza la mano sponsorizzando per la stagione 1980 anche l’Alfa Romeo e così la McLaren si vede ridurre il contributo economico. A quel punto per Ron Dennis è facile tornare alla carica e fare bottino pieno: nel settembre 1980 nasce la nuova McLaren International che ha Ron Dennis come team manager. Il 1° novembre il vecchio team McLaren entra nella nuova società: la proprietà è divisa al 50% tra due gruppi, uno formato da Ron Dennis, John Barnard e Creighton Brown, l’altro vede insieme Teddy Mayer e l’ormai ex Direttore tecnico Tyler Alexander.Nel 1981 Mayer ed Alexander sono liquidati. Inizia così una storia gloriosa, quella di Ron Dennis e della McLaren che andrà avanti fino al 2017.