Lui ed il circuito del Mugello erano la stessa cosa. In qualità di Direttore dell’impianto, lo ha fatto nascere, crescere, diventare grande e trasformarsi in un punto di riferimento per tutti gli appassionati del motorsport. Remo Cattini se n’è andato lo scorso 17 aprile, aveva 97 anni.

È stata una vita dedicata interamente alle corse ed alle automobili, la sua. E non poteva essere altrimenti dato che Remo Cattini era nato a Brescia, la patria di quel sogno a quattro ruote che è stata (ed è ancora, seppur in modi diversi) la Mille Miglia. Remo non ha ancora compiuto vent’anni quando, nel 1940, si avvicina allo sport dei motori in qualità di Commissario di percorso proprio della “freccia rossa” che quell’anno si disputa il 28 aprile su un percorso triangolare, da ripetere nove volte, che partendo da Brescia tocca Cremona e Mantova. Vincerà la Bmw 328 di Fritz Huschke von Hanstein e Walter Baumer. Arrivano poi gli anni della guerra ed il giovane Remo Cattini deve per forza lasciare da parte la sua passione per le corse.

Subito dopo il conflitto il giovane bresciano prende parte ad alcune competizioni come pilota: nel 1948, con una Fiat 1100, è al via della Coppa d’Oro delle Dolomiti mentre l’anno dopo lo troviamo, con una Cisitalia 202, tra i partenti della Mille Miglia anche se non riuscirà ad arrivare in fondo. Proprio in quel periodo Remo Cattini viene chiamato a far parte del settore esperienze dell’Abarth, in particolare entra nel team che è impegnato a migliorare i record di durata. A partire da metà degli anni ’50 con la Casa dello Scorpione prende parte ad alcune delle più importanti gare del panorama internazionale riuscendo a mettersi in mostra. Nel 1959 si piazza al terzo posto nella Coppa Ascari con una Fiat Abarth Zagato, con una 750 Record Monza corre alla 12 Ore di Sebring assieme a Lanzo Cussino mentre alla 1000 Km di Daytona finisce con un buon nono posto. L’anno dopo, sempre con i colori Abarth, Remo Cattini prende il via nella 24 Ore di Le Mans, nella 500 Km del Nurburgring, alla 6 Ore di Hockenheim ed alla 1000 Km di Parigi. All’inizio degli anni ’60 riduce la sua attività rimanendo comunque fedele all’Abarth e vincendo la classe alla 1000 Km del Nurburgring nell’edizione del 1962.

Appeso il casco al classico chiodo, Remo Cattini rimane nel mondo delle corse: nel 1964 diventa il Direttore Sportivo della scuderia Brescia Corse, una delle più importanti dell’epoca, mentre nei primi anni ’70 entra a far parte della Csai in qualità di Direttore di Gara Nazionale e Commissario Sportivo Nazionale. Nel 1971 lo troviamo a fare esperienza come Direttore di Gara nella Temporada di Argentina e di Colombia, serie di gare che si disputavano in Sud America durante i mesi dell’inverno europeo. Nel 1972 a Remo Cattini viene chiesto di seguire il completamento dei lavori di costruzione delll’Autodromo Santamonica di Misano Adriatico di cui sarà il primo Direttore fino al dicembre 1973 quando, su richiesta del presidente Aci Italia, l’avvocato Filippo Carpi De’ Resmini, diventa il primo Direttore del circuito del Mugello, realizzato nel 1974 per sostituire il circuito stradale che era stato ritenuto troppo pericoloso.

La sua attività presso l’autodromo toscano prosegue fino alla fine degli anni ’80 “accompagnandolo” nel passaggio di proprietà dall’Aci Firenze alla Ferrari.

Parallelamente all’attività in circuito Remo Cattini ha contribuito non poco alla formazione di nuovi ufficiali da gara tra i quali c’è anche Stefano Domenicali, attuale Ceo della Formula 1 ed ex Direttore sportivo Ferrari che al Mugello è stato prima Commissario Sportivo Regionale e poi Direttore di Gara. Nel 2015 gli venne conferita l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica. Con Remo Cattini viene a mancare un protagonista di primo piano dell’automobilismo tricolore dal dopoguerra ad oggi.

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