Ottimo pilota con le vetture Sport prototipo, il lombardo Carlo Franchi, che correva con lo pseudonimo “Gimax”, volle mettersi alla prova nel GP d’Italia 1978 con la Surtees
Era nato il 1° gennaio, una particolarità che condivideva con personaggi come il grande Jacky Ickx, il motociclista Phil Read o, ancora, il calciatore brasiliano Rivelino senza dimenticare un altro pilota di vaglia come il tedesco Hans Stuck. Il 1938 il suo anno di nascita. Probabilmente il suo nome – Carlo Virginio Franchi – può dire poco agli appassionati di automobilismo, molto di più lo pseudonimo che aveva adottato quando indossava il casco, “Gimax”. Che ci ha lasciato, in seguito ad una malattia, il 13 gennaio 2021 pochi giorni dopo aver compiuto 83 anni.
La sua era una passione nata quando a 8 anni aveva incontrato il pilota Gigi Villoresi – che prima della guerra aveva vinto due volte la Targa Florio – rimasto in panne a Barbaiana, la frazione di Lainate vicino a Milano dove “Gimax” è nato e cresciuto prima di trasferirsi a Busto Garolfo. Il pilota di Ferrari e Maserati fece salire in macchina il piccolo Carlo ed iniziò a raccontargli le sue avventure nelle corse. Fu così che Franchi decise che da grande sarebbe pure lui diventato un pilota.
Aveva incominciato l’attività agli inizi degli Anni ’60 con le monoposto a motore anteriore di Formula Junior prima di passare alle più moderne Formula Junior a motore posteriore ed alle Formula 3. Lo step successivo è la Formula 2, dove otterrà buoni risultati – compreso un titolo tricolore nel 1965 – al volante di una Brabham BT30. Sul finire degli anni ’60 adotta lo pseudonimo “Gimax”, nato dalle iniziali dei suoi due figli, Gigi e Massimiliano. Nel frattempo inizia anche a correre con le Sport prototipo con cui si mette in mostra in Italia ed all’estero: il primo risultato di un certo rilievo è il decimo posto alla 1000 Km di Monza 1975 in coppia con Giovanni Alberti su una Chevron B21-Ford.
Imprenditore in settimana e pilota nei week end, dopo aver vinto tanto con le Sport prototipo (al suo attivo tre Campionati italiani nella seconda metà degli anni ’70 e l’European Sport Car Championship 1978) volle provare a realizzare un suo sogno, correre in Formula 1. Nel 1978, aveva ormai 40 anni, attraverso l’amico Vittorio Brambilla contattò John Surtees per cui correva il monzese quell’anno, per salire sulla seconda monoposto del team in occasione del GP d’Italia a Monza (quello in cui morì Ronnie Peterson e “Vittorione” venne gravemente ferito in un incidente alla partenza) al posto del britannico Rupert Keegan che si era rotto un braccio a Zandvoort. In difficoltà economiche con la sua squadra, l’ex motociclista accettò di buon grado la proposta di “Gimax” nonostante la scarsa esperienza con le monoposto dell’italiano. Il problema era comunicare con il team e soprattutto con il “boss” dato che Carlo all’inglese preferiva di gran lunga i dialetto lombardo: vennero arruolati gli amici – pure loro piloti – Renato e Mario Benusiglio che in quel week end di inizio settembre si trasformarono in traduttori simultanei dall’inglese al milanese e viceversa ed in manager del gentleman driver. La TS20 non era una gran monoposto, per di più il Ford Cosworth che il team aveva montato era parecchio sfiatato… le premesse non erano buone ed infatti “Gimax” non riuscì a qualificarsi anche perché nel momento decisivo delle qualifiche John Surtees preferì dirottare il set “buono” di gomme Good Year sulla monoposto di Brambilla.
Chiusa amaramente la parentesi Formula 1, il driver milanese non rinunciò al suo sogno impegnandosi per un paio di stagioni nel Campionato Aurora britannico in cui si correva con le monoposto dismesse della massima formula. In squadra con Giacomo Agostini, ottenne qualche buon risultato al volante di una Williams FW06 Ford della scuderia di Dave Price. Con la stessa vettura nel 1979 prende il via nel Gran Premio Dino Ferrari a Imola, gara non valida per il Mondiale, ma non vede l’arrivo per problemi alla frizione dopo appena 12 giri. Nel frattempo prosegue anche con le gare di durata: nel 1979 è ottavo alla 6 Ore del Mugello con Gianfranco Palazzoli e Giorgio Pianta su una Osella PA7-BWW mentre l’anno dopo sul circuito toscano sale sul podio – terzo – con Marcello Gallo sempre con un’Osella. Insieme sono anche noni alla 6 Ore di Monza mentre con Claudio Francisci si piazza sesto alla 6 Ore di Vallelunga con una Osella PA8. Con una PA9, invece, è terzo alla 1000 Km di Monza 1981 assieme a Luigi Moreschi, stesso risultato alla Coppa Florio a Pergusa. Gareggia con le amate Sport prototipo fino alla metà del decennio prima di appendere il volante al classico chiodo per seguire la carriera del figlio Gigi che adottò lo pseudonimo “Gimax Junior” correndo prima in Formula 3 e successivamente in Formula 3000.