Meo Costantini

Al Dubai Motor Show del 2013 la Bugatti presenta la Veyron Grand Sport Vitesse Meo Costantini. Probabilmente solo in quell’occasione tanti appassionati hanno scoperto la figura di un personaggio la cui vita meriterebbe un film. Un uomo, morto a poco più di cinquant’anni, votato alla velocità, alla sfida, all’ardimento che è rimasto nella storia dell’aeronautica e dell’automobilismo.

Bartolomeo, per tutti Meo, Costantini nasce a Vittorio Veneto (Treviso) da buona famiglia il 14 febbraio 1889. Giovanissimo, impara a comandare l’aereo che, agli inizi del ’900, cominciava ad essere diffuso. Nel 1911 si arruola come volontario in Aeronautica per combattere nella guerra italo-turca ed è tra i primi ad utilizzare l’aereo nei combattimenti. Tornato a casa, nel 1914 inizia a correre con un’Aquila Italiana: si ferma alla Targa Florio, vince la classe alla Parma-Poggio di Berceto e si ritira al GP di Francia.

Ma incombe la prima guerra mondiale e Costantini viene arruolato nella 78ª Squadriglia Caccia per poi passare nel 1917 alla famosa Squadriglia degli Assi con Francesco Baracca ed il principe Fulco Ruffo di Calabria (la cui figlia Paola diventerà regina del Belgio dopo il matrimonio con Alberto II). Con il suo Spad S.VII Costantini riesce ad abbattere sei velivoli austriaci. Fu lui a ritrovare, il 20 giugno 1918, i resti dell’aereo di Baracca abbattuto il giorno prima nella zona del Montello.

Meo Costantini, incluso nell’elenco dei 42 assi della Aeronautica militare ed insignito della Medaglia d’argento al valore militare, venne congedato nel 1919 come tenente colonnello e passò alle corse automobilistiche.

La seconda parte della sua carriera come pilota comincia nel 1920 al volante di una Bugatti 1500 con cui l’anno dopo è secondo al Circuito del Garda. Le sue capacità non passano inosservate ed Ettore Bugatti nel 1923 lo “arruola” come pilota e collaudatore: con una T35 vince la Targa Florio 1925, lo stesso anno s’aggiudica il GP Turismo di Montlhéry. Con la T35T nel 1926 rivince la Targa Florio, conquista il Gran Premio di Spagna ed è secondo in quello d’Italia. A fine stagione, in seguito alla morte dell’amico Giulio Masetti, si ritira dalle corse.

Diventa Direttore sportivo della Bugatti ed anche in questa veste porta le vetture azzurre alla vittoria nella Targa Florio: nel 1927 successo di Emilio Materassi, nel 1928 e nel 1929 trionfa il francese Albert Divo.

Nel 1935 Costantini lascia la Bugatti ma quattro anni dopo l’Alfa Romeo lo chiama per prendere il posto di Enzo Ferrari a capo della Squadra corse. Fa in tempo a vincere la Coppa Acerbo 1939 con Clemente Biondetti prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Bartolomeo Costantini morirà, per cause naturali, il 19 luglio 1941 a Milano.