Luigi… un nome italiano che risuona ancora nelle orecchie degli appassionati che bazzicavano per i circuiti negli anni ’70 o che, avidi di informazioni e di immagini, sfogliavano le riviste di settore alla ricerca di quelle vetture capaci di emozionare anche sulla carta. E tra loro c’erano le aggressive, ma nello stesso tempo eleganti, Bmw che avevano sul parabrezza una scritta nera su fondo giallo che era un vero e proprio marchio, Bmw Luigi. Erano le creature di Luigi Cimarosti, italiano emigrato in Belgio a cercare (e trovare fortuna) che se n’è andato nel dicembre del 2019 a 90 anni, dopo una vita spesa per le corse.
Luigi era un vero appassionato, instancabile e geniale nelle sue preparazioni, non per nulla era chiamato il “Mago di Comblain au Pont”, la località nei pressi di Liegi dove aveva deciso di vivere. Quante ore, quante notti insonni ha passato a curare le sue Bmw 3.0 CSi in vista della 24 Ore di Spa Francorchamps? Nel 1974 arriva la prima vittoria sul circuito di casa con Alain Peltier e Jean Xhenceval, nel 1975 la seconda, ancora con Jean Xhenceval affiancato da Hughes de Proud. Nel 1976, erano gli anni in cui dominavano le iconiche Bmw 3.0 CSL, la Luigi Racing diventa Campione Europeo Turismo grazie a Jean Xhenceval (cognato di Cimarosti) e Pierre Dieudonné. L’anno dopo la 3.0 CSL con i colori biancorossi dello sponsor Ufo Jeans affidata a Xhenceval, Dieudonné e Spartaco Dini finì ottava alla 24 Ore di Le Mans vincendo la categoria Imsa.
Emigrato in Belgio dal Friuli con la famiglia subito dopo la seconda guerra mondiale, negli anni ’60 aveva iniziato a farsi conoscere nelle cronoscalate del Campionato belga al volante di una Fiat 500 Abarth che preparava assieme a suo fratello Francesco, detto “Coco”, ottenendo numerosi riconoscimenti e vincendo per due volte il titolo nazionale di categoria.
Nel 1970 il cognato Jean Xhenceval, che aveva poco prima deciso di iniziare a correre, riuscì a conquistare il Campionato belga Turismo di serie con una Bmw 2002 di Luigi. Cimarosti era già da qualche tempo un concessionario della Casa bavarese ma questo successo segna l’inizio di una stretta collaborazione con Bmw che porterà grandi frutti ad entrambi. Nel 1971 la loro Bmw 2800 CS vinse la classe alla Spa Cup e nella 24 Ore di Spa Francorchamps con Peltier-“Pedro” che si piazzano sesti assoluti mentre nel 1973 Xhenceval-Braillard conquistano la 6 Ore di Nivelles.
Nel 1974 e nel 1975, come detto, la vittoria nella gara di casa e nel 1976 il successo nella classifica finale dell’Europeo Turismo: le Bmw-Luigi vincono sette gare, cinque delle quali con il duo Xhenceval-Dieudonné con la mitica livrea Castrol. Negli anni successivi i migliori piloti Bmw, oltre all’affiatata coppia, corrono con le vetture del preparatore italo-belga: ci sono Eddy Joosen, Manfred Mohr, Harald Grohs e Umberto Grano ma anche Carlo Facetti e Martino Finotto che vincono con una vettura di Luigi Cimarosti la prova d’apertura della stagione 1977 a Monza.
Nel 1978 Bmw Italia affida la preparazione della 3.0 CSL di Umberto Grano (che a fine anno vince il titolo Piloti), affiancato di volta in volta da piloti diversi tra cui John Fitzpatrick e Toine Hezemans, a Luigi Cimarosti che ovviamente continua a schierare anche Xhenceval-Dieudonné.
Nel 1980 cambiano i regolamenti e le vetture e Luigi Cimarosti abbandona le Bmw per andare alla scoperta di territori inesplorati: prima prepara una piccola Toyota Corolla poi si dedica alla Chevrolet Camaro Z28 che gli ha regalato poche soddisfazioni, soprattutto a causa della fragilità del motore V8 da 7 litri dell’imponente americana guidata oltre che da Jean Xhenceval anche dallo svedese Reine Wisell (ex pilota Lotus in Formula 1) e dalle nostre Anna Cambiaghi e Lella Lombardi.
L’avventura con la Chevrolet durerà fino alla fine dell’annata 1981, nelle stagioni successive il Luigi Racing si dedicherà alle Alfa Romeo Alfetta GTV6 per l’Europeo Turismo sempre con la Lombardi e la Cambiaghi ma anche con Giancarlo Naddeo, Maurizio Micangeli, Gianfranco Brancatelli, Giorgio Francia ed Emilio Zapico oltre ovviamente a Jean Xhenceval. Vetture che corrono con i colori del team belga ed anche con quelli del Jolly Club di Roberto Angiolini. Nel 1982 la Casa milanese che corre in Divisione 2 vince il titolo Costruttori nell’Europeo Turismo (i punti vengono assegnati in base ai piazzamenti nella propria divisione) battendo la Bmw che è iscritta nella Divisione 3. Stesso risultato, superando stavolta la Volkswagen, nel 1983 e nel 1984 davanti alla Jaguar mentre nel 1985 le Alfa trionfano davanti alle Toyota. Quattro titoli in quattro anni. In queste stagioni Luigi Cimarosti esplora anche il mondo dei rally preparando l’Alfetta GTV6 Gruppo A nei colori Rothmans con cui Yves Loubet si mette in evidenza nel Campionato francese e quella che corre nel campionato belga con Gaby Goudezeune sponsorizzato Boule d’Or.
Sul finire degli anni ’80 Luigi Cimarosti rallenta la sua attività pur continuando ad occuparsi della concessionaria di famiglia: dalle Alfa passa alle Ford Sierra RS 500 Cosworth per la pista (per lui nel 1988 corrono Thierry Tassin, Claude Ballot Lena e Jean Claude Andruet) ed alla gruppo A per i rally. Nel 1994 l’ultimo acuto di una lunga carriera. Luigi Cimarosti prepara le Dodge Viper della Rent à Car Racing Team di Gilles Gaignault che a Le Mans conquista il dodicesimo posto assoluto con Renè Arnoux, Justin Bell e Bertrand Balas.
Poco dopo questo acuto nella 24 Ore francese Luigi Cimarosti decide di ritirarsi nella sua concessionaria di Comblain au Pont facendo solo qualche rara apparizione negli anni successivi. La sua ultima uscita fu nel 2016 in occasione di una manifestazione sul circuito che gli ha regalato le maggiori soddisfazioni della sua lunga carriera, Spa Francorchamps.