Se negli Stati Uniti la Ferrari gode da decenni di grande popolarità, che si riflette sui numeri delle vendite, buona parte del merito la si deve ad un personaggio ambizioso e determinato, Luigi Chinetti, che nel mondo delle corse diede vita al NART, North American Racing Team.

Chinetti, varesino di Jorago, era nato il 17 luglio 1901 ed iniziò come meccanico all’Alfa Romeo nel 1917 passando ben presto al reparto corse. A metà degli anni ’20 si spostò in Francia per gestire la vendita delle vetture del Biscione ai clienti francesi prima di fondare un proprio team, la Scuderia Chinetti, che faceva ovviamente correre vetture Alfa Romeo. All’inizio degli anni ’30 divenne lui stesso pilota vincendo nel 1932 la 24 Ore di Le Mans, l’anno dopo la 24 Ore di Spa e nel 1934 di nuovo la gara di Le Mans dopo essere arrivato secondo nel 1933. Al suo attivo anche due edizioni della 12 Ore di Parigi. La terza vittoria a Le Mans arriverà nel 1949, anno in cui guiderà per ben 23 ore.

All’inizio della seconda guerra mondiale si trasferì a New York, decidendo poi di stabilirsi definitivamente negli USA diventando, nel 1946, cittadino statunitense. Si sposò, ebbe un figlio e cominciò a lavorare nel mondo delle corse americano.

Secondo la leggenda proprio nel 1946 tornò in Europa e trascorse la vigilia di Natale con Enzo Ferrari, che aveva conosciuto ai tempi dell’Alfa Romeo, a Modena. I due parlarono a lungo su come proseguire la loro attività nel dopoguerra: Enzo era convinto di tornare alle corse con la 125 S con motore V12 ed allora Chinetti propose all’amico di diventare l’agente esclusivo di Ferrari per i ricchi clienti americani che volevano le belle e veloci auto europee. Da Maranello ben presto partirono verso l’altra sponda dell’Atlantico una 166 MM Barchetta e poi una 166 Corsa Spider, subito vendute, ancor prima di toccare il suolo americano.

Chinetti sapeva che per convincere i futuri acquirenti a comprare una Ferrari il modo più veloce era quello di vincere nelle competizioni. Iniziò quindi a iscrivere vetture Ferrari da competizione a gare di durata per conto dei suoi clienti, spesso ingaggiando piloti professionisti per ottenere il miglior risultato possibile. 

Nel 1958 fondò il North American Racing Team: il logo era quello del Cavallino Rampante con la bandiera americana in alto e l’acronimo nella parte inferiore. Le vittorie furono la migliore pubblicità per la Ferrari negli Stati Uniti e il NART crebbe fino a diventare un team primo livello tanto che nel 1961 ben sette vetture del NART parteciparono alla 12 Ore di Sebring.

Nel 1964 ci fu uno sviluppo che nessuno si aspettava: in disaccordo con la Federazione internazionale sui futuri regolamenti, Ferrari compì l’impensabile e riconsegnò la sua licenza di concorrente annunciando che le sue auto non avrebbero più corso con il classico colore rosso italiano. E così avvenne almeno per le ultime due gare di Formula 1 della stagione. Per il GP degli Usa sul circuito di Watkins Glen, Chinetti fece dipingere ogni Ferrari con la sua livrea NART bianca e blu, e lo stesso avvenne per il Gran Premio del Messico che chiudeva la stagione. Quell’anno l’inglese John Surtees si aggiudicò il campionato piloti e fece vincere a Ferrari il campionato Costruttori, grazie anche ai due secondi posti conquistati a Watkins Glen e Città del Messico al volante di una Ferrari 158 bianca e blu.

La Scuderia Ferrari tornò a correre in rosso nella stagione successiva mentre la squadra di Chinetti tornò alle gare endurance vincendo nel 1965 la 24 Ore di Le Mans con la 250 LM affidata a Jochen Rindt e Masten Gregory mentre con una 365 P2 Jean Guichet e Pedro Rodriguez s’aggiudicarono la 12 Ore di Reims.

Con il declino delle corse di durata anche l’attività del NART iniziò a calare fino a quando, nella seconda metà degli anni ’70, uscì dalle competizioni. Luigi Chinetti morì negli Stati Uniti nel 1994, a 93 anni.