Conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, ormai da diversi anni Giorgetto Giugiaro è il simbolo per eccellenza dello stile italiano applicato al mondo delle quattro ruote. Degno erede dei grandi carrozzieri che nei decenni hanno fatto grande l’Italia. A lui si devono vetture che hanno fatto la storia dell’automobile come, giusto per fare degli esempi, la Volkswagen Golf, la Fiat Punto o la Lancia Delta.

Ennesimo – meritato – omaggio al grande designer cuneese è “Il giovane Giorgetto”, un libro che è stato pubblicato di recente da ASI Service – casa editrice dell’Automotoclub Storico Italiano – e firmato da Giosué Boetto Cohen, giornalista e scrittore che ha deciso di mettere su carta le confidenze raccolte dallo stesso Giorgetto Giugiaro trasformandole in un coinvolgente e appassionante romanzo che catturerà l’attenzione di ogni appassionato. Certamente si tratta di un’opera non consueta nell’editoria motoristica e per questo ancora più interessante. È una narrazione degli aspetti più intimi e meno conosciuti della vita di Giugiaro. Che al lettore probabilmente apparirà diversa da come l’aveva immaginata fino a questo momento.

A Giorgetto Giugiaro, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “Car Designer del Secolo” nel 1999, negli anni sono state dedicate monografie e volumi prestigiosi, migliaia di interviste e articoli in tutto il mondo, ma la sua storia umana e professionale, dagli albori fino al successo, non era mai diventata un romanzo. Quello scritto da Boetto Cohen è un racconto destinato in particolar modo ai giovani, che oggi vivono in un tempo completamente diverso da quello in cui è cresciuto il designer di Garessio, in uno scenario di competizione e saturazione crescenti, e che proprio per questo hanno bisogno di ispirazione per immaginare il proprio futuro.

Ma il libro non è pensato solamente per gli appassionato dell’automobile. Nelle pagine de “Il giovane Giorgetto” si possono trovare anche alcune riflessioni sulla vita che sono universali: valgono per chi voglia fare il designer ovviamente ma anche per chi ha intenzione di cimentarsi in altri lavori ed in altri ambiti della vita. Ad esempio, la relazione tra padre e figlio: un’attenzione umana, un saper parlare e ascoltare reciprocamente, che per Giorgetto Giugiaro è sempre stata di speciale valore. O, ancora, l’abnegazione e l’umiltà per procedere sempre sulla strada giusta, il saper affrontare un colloquio di lavoro o la scelta del socio di una vita. Ma soprattutto: la capacità di guardare là dove gli altri non guardano ancora.

Uno dei passi principali di questo romanzo è il momento in cui è stata decisa la cessione dell’Italdesign alla Volkswagen oppure la nascita di alcune vetture di particolare significato. Un aspetto importante che emerge, pagina dopo pagina, è il rapporto tra Giugiaro e l’Oriente. Il designer piemontese ha sempre guardato con largo anticipo, rispetto ad altre personalità del settore, a Giappone e Corea: dalle parole emergono i ritratti di personaggi, i racconti di situazioni e la sorpresa di quel mondo che negli anni ’60 e ’70 era ancora sconosciuto in Europa. Altro capitolo imperdibile è la storia dell’Alfasud, vettura decisiva per il lancio della Italdesign.

“I fatti reali sono lo scheletro del romanzo – evidenzia l’autore del libro che è in corsa per il Premio Bancarella Sport – però le situazioni, i dialoghi, il flusso delle emozioni lasciano spazio al narratore: è questo che ci cala al centro della storia e ci avvicina ai protagonisti. Aver avuto Giugiaro come interlocutore diretto non è stata cosa da poco ed ha reso tutto molto più fluido”.

Il volume di Giosué Boetto Cohen, in vendita al prezzo di 24 euro, ha 312 pagine con 83 fotografie a colori, in bianco e nero e disegni di Giorgetto Giugiaro con una ricca appendice di documenti originali e inediti.