La sua storia personale è un vero e proprio tuffo nella storia del ’900 e le vicende sportive sono state, in fondo, la parte meno importante. Una vita, la sua, che si è dipanata tra Roma, Madrid e Tblisi, degna delle pagine di un feuilleton. Gli appassionati di automobilismo, specie quelli con qualche capello bianco in più, lo ricordano come Jorge de Bragation ma, in realtà, questa è solo una semplificazione della sua identità. Il suo nome per intero è Giorgi Bagrationi-Moukhraneli ed è stato un principe della dinastia dei Bagratidi che governavano sulla Georgia, lo Stato poi entrato nell’Unione Sovietica dove era nato anche Stalin.

Suo padre era il principe Irakli Bagration-Mukhrani, erede al trono della Georgia che ha dovuto andare in esilio in seguito alla rivoluzione bolscevica del 1917. Dal lontano Stato caucasico si sposta a Roma dove sposa Maria Antonietta Pasquini figlia di Ugo, conte di Costafiorita. Nella Città eterna, il 22 febbraio 1944, nasce Jorge ma quella che dovrebbe essere una festa si trasforma in una tragedia perché la madre muore dandolo alla luce. Nel 1946 il padre si risposa con la principessa María de las Mercedes de Baviera y Borbón, figlia del principe Ferdinando di Baviera e nipote del re Alfonso XII di Spagna. Cugina di Jorge è Maria Vladimirovna, Granduchessa di Russia e pretendente al trono di Mosca.

Jorge de Bragation cresce a Madrid andando a scuola, come era d’obbligo per famiglie come la sua, nei migliori collegi iberici ma nel frattempo nasce in lui la passione per i motori. Nel 1959 inizia a correre in moto e nel 1963 debutta con le quattro ruote. Subito comincia con una Fiat 1600 S per poi passare ad un’Abarth 850 e ad una Mini Cooper con cui inizia a mettersi in luce sia in pista che in salita. Nel frattempo fa qualche esperienza nei rally: nel 1965 corre con una Alpine A110 semiufficiale mentre l’anno dopo con la Mini Cooper disputa il Rally Race affiancato da Luis Alfonso De Baviera y Messia. Nel 1967 invece vince tre gare del Campionato spagnolo rally con una Lancia Fulvia HF.

Nel 1968 Jorge de Bragation decide di voler correre il Gran Premio di Spagna di Formula 1 con una Lola T100 ma la sua iscrizione viene rifiutata perché non ha la necessaria esperienza per una gara del genere. Nel frattempo trova il modo di sposare Doña María de las Mercedes Zornoza e Ponce de León da cui avrà quattro figli.

Jorge de Bragation si rituffa nelle corse passando alla pista: si alterna tra una Porsche 911 e una 908. Nel 1969 con una 911 e una Bmw 2002 conquista il titolo nazionale di categoria nelle gare Turismo mentre l’anno dopo, con una 908-2, si laurea Campione spagnolo Gran Turismo, Sport e Prototipi. Nello stesso anno vince la salita di Montseny, prova dell’Europeo, e batte il record assoluto nella salita di Rabassada. Partecipa anche a qualche prova del Campionato Europeo Turismo su una Ford Capri RS con cui nel 1973 è di nuovo campione spagnolo mentre due anni prima aveva vinto il titolo nelle cronoscalate. In questo periodo Jorge de Bragation corre due volte la 24 Ore di Le Mans: nel 1972 su una Lola T280 dell’Ecurie Bonnier assieme al belga Hugues de Fierlant ed al portoghese Mario de Araujo Cabral e due anni dopo con lo spagnolo Josè Juncadella su una Chevron B23. In entrambe le occasioni si deve fermare per problemi meccanici.

Ma correre in F1 è un chiodo fisso per Jorge de Bragation. Nel 1974 noleggia una Surtees TS16 per correre il Gran Premio di Spagna sul circuito del Jarama, vicino a Madrid. Tutto ciò di cui aveva bisogno era uno sponsor e la catena di grandi magazzini El Corte Inglés decise di supportarlo. A quel punto Jorge de Bragation s’iscrisse alla gara. E qui succede qualcosa degno di una spy story. In quei giorni il presidente della Federazione automobilistica spagnola si dimette dall’incarico. Il problema è che in quel periodo confuso non si trovano più gli incartamenti con le iscrizioni al GP di Spagna di Formula 1 e quindi i concorrenti vengono invitati a inviare nuovamente la propria adesione. Quando Jorge de Bragation sta per farlo, i dirigenti de El Corte Inglés annunciano che, per una serie di problemi, ritirano la loro sponsorizzazione. E il principe georgiano per la seconda volta in carriera deve dire addio al sogno di correre in F1.

Abbandona la pista e torna ai rally acquistando una Lancia Stratos che farà preparare a Biella da Maglioli. I suoi navigatori sono prima Ignacio Lewin, giornalista di El Pais, e poi Manuel Barbeito ma sul finire del 1977 corre con una nuova navigatrice, si chiama Nuria Llopis (nobile anche lei: il nome completo è Doña Nuria Llopis y Oliart) che diventerà la sua seconda moglie dandogli nel 1985 l’ultimo figlio. Con lei e la Stratos nel 1979 e nel 1981 vince il Campionato spagnolo rally. L’anno dopo, sempre con la Stratos, conquista il campionato spagnolo in pista.

A quel punto dice basta con le corse e, vivendo tra Madrid e Marbella, inizia a lavorare come Direttore delle pubbliche relazioni di Fiat per Spagna e Portogallo.

Il 30 ottobre 1977, alla morte del padre, Jorge de Bragation diventa erede al trono di Georgia. Può tornare nella sua patria d’origine solo nel 1995 per seppellire le ceneri di suo padre e costruire una residenza vicino a Tbilisi dopo aver riconosciuto, nel 1991, l’autorità del Parlamento e del governo georgiano ed aver suggerito la possibile nascita di una monarchia costituzionale. Jorge de Bragation, che era anche Principe di Kakheti, Karthli e Moukhrani, Duca di Lasos e Capo Sovrano e Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Georgiana e della Tunica di Gesù Cristo muore di epatite fulminante il 16 gennaio 2008 ed è sepolto nella cattedrale di Svétitskhovéli a Mtskheta, vicino ai suoi antenati.