E’ stato il primo pilota a vincere la 24 Ore di Le Mans anche come costruttore. Avvenne nel 1980 assieme a Jean-Pierre Jassaud dopo un’epica battaglia sotto la pioggia con Ickx-Joest. Una storia, la sua, purtroppo durata troppo poco

Jean Rondeau è un figlio di Le Mans, nato in quella città il 13 maggio 1946, all’indomani della seconda guerra mondiale. Non aveva ancora 3 anni quando suo padre lo portò ad assistere all’edizione numero 17 della 24 Ore di Le Mans, la prima dopo la guerra. Per l’ancora giovanissimo Rondeau l’emozione fu grande e fin da piccolo il sogno di gareggiare in questo evento che si svolgeva vicino a casa sua divenne un obiettivo di vita.
Rondeau iniziò a correre all’età di 8 anni, partecipando due anni dopo al “Critérium du Jeune Pilote”, una gara organizzata dall’ACO, che fungeva da vetrina per i giovani piloti. Nel 1959, suo padre che lo ha sempre sostenuto nella sua passione per le corse, venne a mancare ma Rondeau continuò a inseguire il sogno anche in nome suo.

Nel 1968, dopo qualche anno con i trofei promozionali in monoposto, Rondeau iniziò a gareggiare nell’Alpine Trophy su una R8 Gordini, finendo al 12° posto al primo anno. La stagione successiva, sempre nell’Alpine Trophy, riesce ad accedere alla finale “Volant Shell”, classificandosi al 5° posto.
All’inizio degli anni ’70, Rondeau decide di partecipare alle corse in montagna, nel 1972 riesce a realizzare il suo sogno di gareggiare alla 24 Ore di Le Mans guidando una Ford Chevron B21 dalla squadra inglese di Brian Robinson nella categoria Sport 2-Litri. In prova ottiene il miglior tempo di categoria ma in gara deve arrendersi dopo la nona ora. Quell’anno corre anche la 1000 km di Zeltweg, dove termina dodicesimo sulla stessa Chevron B21.

Nel 1973, Rondeau si ripresenta alla 24 Ore di Le Mans, questa volta con la Porsche 908-02 del francese Christian Poirot nella categoria Sport 3 Litri, ma non riesce a qualificarsi. Va meglio nel Regno Unito, dove vince il Trofeo “British Leyland” con le Mini Cooper. Nel 1974 torna sul circuito della Sarthe, ancora con la Porsche di Poirot: segnano il 25° miglior tempo in prova e concludono la gara al 7° posto nella categoria Sport 3 Litri, 19° assoluti.
Dopo tre esperienze nella categoria Sport prototipo, Rondeau partecipa alla 24 Ore di Le Mans 1975 nella categoria Turismo, con la Mazda RX-3 di Claude Bouchet ma a metà gara deve fermarsi per problemi al motore.

Dopo quell’esperienza Rondeau decide di fare un passo avanti e diventare pilota-costruttore. Sceglie di costruire una vettura per la categoria GTP con il sostegno della multinazionale della carta Inaltera (che diede il nome alla vettura) e l’affidabile otto cilindri Ford Cosworth. La progettazione fu affidata allo studio francese di design automobilistico “Bureau de Design Ovale” mentre Rondeau e un gruppo di amici nel cortile di casa realizzarono due esemplari nel tempo record di 5 mesi. Per correre riuscì a mettere sotto contratto due dei migliori piloti francesi dell’epoca, il tre volte vincitore di Le Mans Henri Pescarolo e Jean-Pierre Beltoise che chiusero ottavi e primi di classe GTP mentre la vettura guidata dallo stesso Rondeau con il francese Jean-Pierre Jaussaud e la belga Christine Beckers si classificò al 21° posto, terza tra le GTP.

Nel 1977 Rondeau presentò tre Inaltera LM per Beltoise e l’americano Al Holbert; per l’italiana Lella Lombardi e la Christine Beckers e per sé stesso affiancato da Jean Ragnotti. L’Inaltera di Beltoise-Holbert stava lottando per il terzo posto quando un problema durante un rifornimento causò una fuoriuscita di benzina e successivo incendio, con Beltoise ancora all’interno. Dopo un’ora e mezza di riparazioni la vettura è tornata in pista, concludendo al 13° posto assoluto, due posizioni dietro alla vettura di Lella e Christine. La terza Inaltera, quella di Rondeau-Ragnotti, nei minuti finali di gara dovette cedere la terza piazza alla Porsche 935 privata del francese Claude Ballot-Léna e dell’americano Peter Gregg.

Inaltera decise nel 1978 di non continuare a sostenere il piccolo costruttore ma Rondeau decise di andare avanti anche se il budget era cinque volte inferiore a quello dei due anni precedenti. Nel 1978 presenta un’evoluzione dell’Inaltera, ora chiamata Rondeau M378 che il pilota-costruttore porta in gara con Bernard Darniche e Jacky Haran. In prova segnano il 40esimo tempo ma si riscattano in gara vincendo la classe GTP e ottenendo l’8° posto assoluto.

Nel 1979 Rondeau riuscì a iscrivere tre Rondeau M379, evoluzione della M378, ognuna sostenuta da sponsor diversi. Quella di Jean Ragnotti e Bernard Darniche era finanziata dalla rivista VSD e da Canon, l’azienda francese di hi-fi ITT Oceanic sponsorizzava Henri Pescarolo e Jean-Pierre Beltoise; infine Jacky Haran e Jean Rondeau difendono i colori della società immobiliare Merlin Plage. Il team Rondeau conclude al 5° e 10° posto rispettivamente con Ragnotti-Darniche e Pescarolo-Beltoise, con i primi che vincono il Gruppo 6.

Nel 1980, sempre con sponsor diversi, Rondeau iscrive tre M379B alla 24 Ore. Sulla nº 15 ci sono Henri Pescarolo e Jean Ragnotti, sulla nº 16 Jean Rondeau e Jean-Pierre Jaussaud e sulla n° 17 il britannico Gordon Spice con i fratelli belgi Jean-Michel e Pierre Martin. Renault dopo la vittoria nel 1978 con Pironi-Jassaud ha abbandonato la Le Mans, Porsche ha lasciato campo libero ai suoi clienti decidendo di gareggiare solo con le 924. Può essere, per Rondeau, la volta buona per centrare l’obiettivo di una vita. Ci sono varie Porsche 935 (in particolare quella di John Fitzpatrick, Brian Redman e Dick Barbour) e la semi-ufficiale Porsche 908-80 Martini Racing (in realtà nata sulla base della 936) di Reinhold Joest e Jacky Ickx più le francesi WM a motore Peugeot.

Il 14 giugno 1980 alle 16:00, ora della partenza, piove a dirotto e Ickx rimane subito indietro: gli spruzzi rilasciati dai prototipi e dalle Gruppo 5 erano tali che la visibilità era prossima allo zero dato che lui guidava una vettura aperta. Fitzpatrick prende il comando. Il tedesco Hans Stuck vola, risalendo dal 26° posto in cui era partito, al secondo in sole due ore, con la BMW M1. Man mano che la pioggia cala Ickx-Joest diventano i più veloci in pista. Dopo le prime 4 ore la BMW M1 di Hans Stuck, condivisa con Dominique Lacaude e Hans-Georg Bürger, viene colpita dai detriti di una Porsche 935, che rovinano il radiatore ed il parabrezza della GT tedesca.

Quando inizia a fare buio Ickx-Joest con la Porsche 908-80 sono in testa con Fitzpatrick-Redman-Barbour a 13 secondi sulla Porsche 935 K3 del Dick Barbour Racing, Wollek-Kelleners sono terzi a 16 secondi con la 935 K3-Kremer Racing. Quarti Pescarolo-Ragnotti con la Rondeau, quinti ad un giro, con la seconda 935 K3-Kremer, Stommelen-Plankenhorn-Ikusawa. Quando la pista comincia ad asciugarsi, Ickx inizia a guadagnare 10 secondi al giro sui suoi inseguitori, finché un problema alla pompa d’iniezione gli fa perdere 13 minuti ai box e lo fa tornare in pista in settima posizione. Dopo 6 ore di gara, tocca a Wollek rientrare ai box con lo stesso problema lasciando Fitzpatrick in testa, tallonato dalle Rondeau M379B di Pescarolo-Ragnotti e Jaussaud-Rondeau.

A mezzanotte, dopo 8 ore di gara, le Rondeau devono rientrare ai box: Jaussaud-Rondeau hanno problemi all’alternatore mentre Pescarolo-Ragnotti li hanno al motore e sono costretti al ritiro. In testa Fitzpatrick-Redman-Barbour, a seguire Ickx-Joest poi le Rondeau di Jaussaud-Rondeau e Spice-Martin-Martin a precedere la De Cadenet di De Cadenet-Migault-Wilson. Le posizioni non cambiano per tutta la notte, all’alba Ickx riesce a riconquistare la prima posizione davanti a Jaussaud-Rondeau con Fitzpatrick-Redman-Barbour che devono fare i conti con i problemi della loro 935. A metà gara Ickx-Joest hanno un giro di vantaggio su Jaussaud-Rondeau, tre su Fitzpatrick-Redman-Barbour e cinque su Spice-Martin-Martin.

Le posizioni furono mantenute fino alle 10 quando Ickx-Joest rientrano nuovamente ai box, questa volta per problemi al cambio e lasciano la testa della corsa a Jaussaud-Rondeau. Mezz’ora dopo è la volta di Fitzpatrick-Redman-Barbour ad avere problemi e a perdere il 3° posto a favore dell’altra Rondeau di Gordon Spice e dei fratelli Martin. Tre ore prima della fine della gara, alle 13, Jaussaud cede il volante a Rondeau, che torna in pista con gomme slick quando sul circuito cade nuovamente una forte pioggia. Colto di sorpresa, nelle curve Dunlop, il pilota-costruttore francese va ad appoggiarsi al guard rail, il motore si spegne e riesce a riaccendere il Ford V8 solo dopo molti tentativi. Visibilmente nervoso per quanto accaduto, Rondeau rallenta e ne approfitta Ickx che si avvicina con giri più veloci di 10 secondi rispetto a quelli del francese. Dopo solo un’ora torna al volante Jaussaud, di gran lunga più capace ed esperto, anche lui con gomme slick, visto che ha finito di piovere.

A poco più di mezz’ora dalla fine della gara, piove nuovamente e Ickx torna ai box per montare le gomme da bagnato mentre Jaussaud sceglie di continuare con le slick sentendosi in grado di fronteggiare il ritorno del belga. Pochi minuti prima delle 16:00 inizia a piovere forte e Jaussaud ha un giro su Jacky Ickx. Più o meno a metà circuito, Jaussaud finisce su una pozza d’acqua e la Rondeau prosegue dritto nella via di fuga ma il francese riesce a tenere accesa la vettura ed a tornare lentamente in pista per regalare la prima vittoria in assoluto per un pilota-costruttore a Le Mans. Ickx-Joest si devono accontentare del 2° posto con Spice-Martin-Martin a completare il podio sulla seconda Rondeau.

Dopo questa brillante ed eroica vittoria, Rondeau tornerà in forze nel 1981 a Le Mans ma Porsche ha tutta l’intenzione di rifarsi con due 936-81. Il costruttore francese schiera tre M379C Gruppo 6 per Rondeau-Jassaud, Ragnotti-Lafosse e Pescarolo-Tambay e altre due iscritte in classe GTP con Migault-Spice e Haran-Streiff-Schlesser. Dopo appena un’ora e un quarto di gara, il belga Thierry Boutsen, alla guida di una WM P81 Peugeot, è vittima di una violenta uscita di pista all’Hunaudières, centra una postazione di commissari ed uno di loro Thierry Mabilat, rimane ucciso. Dopo mezz’ora dietro la pace car la gara riparte ma Jean Louis Lafosse picchia violentemente contro il guard rail con la sua Rondeau M379C, morendo sul colpo. La gara è vinta da Ickx-Bell su Porsche 938-81, seguiti da Joest-Whittington-Niedzwiedz su Porsche 908-80 e dalla Rondeau di Migault-Spice. Prima ancora di metà gara si erano già fermati i vincitori 1980 Rondeau-Jaussaud ed anche Pescarolo-Tambay.

Nel 1982 il costruttore francese riesce a trovare i finanziamenti per competere nel Campionato Mondiale Endurance vendendo anche alcuni esemplari della nuova M382 con motori Ford DFL da 3,9 litri a team privati. Nella prima gara, la 1000 Km di Monza, Rondeau vince grazie ad Henri Pescarolo e Giorgio Francia mentre alla 6 Ore di Silverstone Pescarolo e Gordon Spice sono quinti. Seconda piazza alla 1000 Km del Nürburgring grazie a Pescarolo e Rolf Stommelen. Alla 24 Ore di Le Mans Jean Rondeau presenta tre M382 con Migault-Lapeyre-Spice, Rondeau-Ragnotti-Pescarolo e Jaussaud-Pescarolo-Alliot. In gara dominio delle Porsche 956 ufficiali mentre le tre Rondeau non vedono il traguardo.

Nonostante la clamorosa sconfitta di Le Mans, Jean Rondeau si presenta alla 1000 Km di Spa, quinta gara del Mondiale, con 5 punti in più della Porsche. In pista ci sono tre M382 per Migault-Spice, Boutsen-Pescarolo e Jaussaud-Pescarolo-Rondeau. Con cinque punti di vantaggio, a Rondeau interessa solo la vittoria o il secondo posto per conquistare il titolo ma contro le Porsche è dura. Jacky Ickx e Jochen Mass vincono davanti ai compagni di colori Derek Bell e Vern Schuppan mentre Migault-Spice sono solo quarti. La Porsche si prende i 20 punti della vittoria e Rondeau deve accontentarsi di 10, dicendo addio al Mondiale.

Rondeau per il 1983 schiera a Le Mans la M482 ad effetto suolo con il nuovo motore Ford DFL V8 di 3.9 litri ma trova le Porsche ufficiali. Rondeau, appoggiato da Ford France che iscrive le vetture, schiera Pescarolo-Boutsen, Streiff-Jaussaud e Rondeau-Ferté a cui si aggiungono, per il Rondeau Team, la M382 di Lapeyre-Snobeck-Cudini e la M379 di Gouhier-Verney-Elford. Con una partenza spettacolare, Rondeau-Ferté riescono a piazzare la loro M482 in quinta posizione dopo due ore, un giro dietro la 956 ufficiale di Mass-Bellof ma davanti a Ickx-Bell, Dopo 5 ore inizia l’ecatombe delle Rondeau. I primi sono Streiff-Jaussaud, bloccati da una perdita d’olio, poi Lapeyre-Snobeck-Cudini con problemi al motore mentre Rondeau-Ferté rompono il propulsore. Alle 7 del mattino la M379 di Ghouhier-Verney-Elford si ferma per rottura del motore, un’ora dopo stesso problema per Pescarolo-Boutsen. La disfatta è completa. Visto il fiasco, Ford France abbandona il team e Rondeau deve annullare il progetto mettendo la sua piccola struttura in gravi condizioni finanziarie visto l’investimento già effettuato. Come “riparazione”, Ford chiede a Rondeau di costruire la monoposto per il campionato francese di Formula Ford 1984 e 1985.

A Le Mans nel 1984 Jean Rondeau accetta l’invito a guidare una Porsche 956 del team nordamericano Henn’s T-Bird Swap Shop, con gli americani John Paul Jr. e Preston Henn. Chiudonoo al 2° posto a 2 giri da Klaus Ludwig ed Henri Pescarolo con la Porsche 956-Joest Racing. Nel 1985 Jean Rondeau è ingaggiato per partecipare alla 24 Ore di Le Mans con la WM P83B Peugeot della WM Secateva assieme ai connazionali Michel Pignard e Jean-Daniel Raulet, classificandosi 17° assoluto. Alla fine della stagione ’85 la Ford non è interessata a proseguire nella costruzione delle monoposto della Formula Ford e, nell’inverno, Jean Rondeau chiude l’azienda.

Il 27 dicembre 1985, alle 15,30, la Porsche 944 guidata da Rondeau, che sta tornando a casa, viene intrappolata dalla chiusura delle sbarre di un passaggio a livello poco prima dell’arrivo di un treno espresso. Per il geniale pilota-costruttore non c’è nulla da fare. Al momento della sua morte, Jean Rondeau aveva due progetti per il futuro: trasferirsi nel Campionato IMSA negli Stati Uniti oppure sbarcare nel Campionato del Mondo di F1!
Nel 1987, in sua memoria, la Federazione francese ha istituito il Premio Jean Rondeau dedicato ogni anno al miglior giovane pilota francese.