Probabilmente il suo nome, Gianfranco Aldo Horvat, non dice molto, ma se prendiamo le sue iniziali possiamo formare lo pseudonimo “Hoga” con cui ha gareggiato uno dei più talentuosi piloti italiani di vetture turismo nella seconda metà degli anni ’60.
Nato il 29 agosto 1942 a Padova, “Hoga” ha praticamente sempre vissuto in Toscana dove il padre fonda un’azienda di giocattoli, la Horvat Giocattoli, garantendo un certo benessere alla famiglia.
A vent’anni Gianfranco Aldo inizia a correre diventando ben presto popolare per i risultati e le sue capacità di guida. Difende i colori della Scuderia Biondetti di Firenze ed è innamorato – come tanti del resto – delle Alfa Romeo: corre nel Campionato Italiano Turismo con una Giulia TI e una GTA. Era il periodo di tanti giovani promettenti come i conterranei Spartaco Dini, Nanni Galli, Massimo Larini e “Riccardone” ma anche Ignazio Giunti, Teodoro Zeccoli, Andrea de Adamich, Luigi Colzani, Enrico Pinto e Roberto Bussinello.
Tra i primi risultati di un certo rilievo il quarto posto di classe, assieme a Spartaco Dini su un’Alfa Romeo GTA, nel Rally Jolly Hotels-Giro d’Italia 1965. I risultati migliori “Hoga” li ottiene nella gara di casa, il Circuito del Mugello stradale che, con partenza da Scarperia, misura 64 chilometri toccando Barberino del Mugello e Firenzuola. Nel 1966 è iscritto assieme a “Riccardone” su un’Alfa Romeo GTA ma non vede l’arrivo mentre l’anno dopo è settimo assoluto vincendo la propria classe assieme allo svizzero Silvio Moser, ancora con una GTA.
Sempre nel 1967 ottenne diverse vittorie di classe nelle gare Turismo ed anche un assoluto, nella cronoscalata Fornaci-Barga. A fine stagione “Hoga” viene premiato nel corso della cerimonia dei Caschi d’Oro del settimanale Autosprint.
Dopo un 1968 dedicato alla fondazione della sua nuova azienda, Gianfranco Aldo Horvat torna a correre nel 1969, stavolta con una Sport, la ATS 1000 SP a motore Ford. Al Circuito del Mugello, assieme al conte Alessandro Federico, è ottavo assoluto e primo di classe. Con “Shangri-La”, ovvero Romano Martini, si presenta alla 1000 Km di Monza dover si deve ritirare per il calo di pressione dell’olio ed alla Targa Florio dove i due vengono traditi dalla rottura del cambio.
La carriera di Gianfranco Aldo Horvat finisce praticamente qui perché si concentra a tempo pieno sulla sua azienda, nata nel 1968 a Osmannoro, località che fa parte del comune di Sesto Fiorentino. È la GiG che produce giocattoli e che nel giro di pochi anni acquista molta notorietà, importando, ad esempio, i personaggi della linea Playmobil ed i primi videogiochi della Nintendo. Nel 1994 Horvat si allea con il Gruppo Giochi Preziosi che entra come azionista di minoranza. Nel 1998 il fatturato era di 400 miliardi di lire ma di lì a poco la GiG (che era anche lo sponsor principale della Fiorentina di Gabriel Batistuta) entra in una grave crisi finanziaria che costringe Horvat a cedere l’azienda a Giochi Preziosi nel 1999. Il fondatore uscirà definitivamente nel 2003 quando acquista un’altra azienda, la Edison Giocattoli di Barberino del Mugello.
La storia di Gianfranco Aldo Horvat finisce drammaticamente il 9 luglio 2009 quando, a quasi 67 anni, viene rinvenuto morto nella sua casa estiva di Pietrasanta assieme alla moglie Anna Grazia Satta, di 64. Le indagini stabilirono che “Hoga” uccise a colpi di pistola la moglie prima di rivolgere l’arma, una Smith & Wesson calibro 38, verso sé stesso. Da pochi mesi gli era stato diagnosticato un cancro incurabile alla gola. La coppia viveva con i figli, Leonardo e Gianluca, in una residenza d’ epoca con parco sulle colline di Fiesole.