Se cercate la città di Rivet su una cartina dell’Algeria, non la troverete. Dall’indipendenza ha cambiato nome, si chiama Meftah in onore di un eroe della guerra di liberazione. Ma a noi interessa quando ancora si chiamava Rivet e faceva parte del territorio francese. Qui, all’inizio del ’900, arriva un ebreo francese, il signor Moll. In quel crogiolo di razze e culture che è, più di un secolo fa, la costa del Mediterraneo incontra una ragazza spagnola. Dal loro amore il 28 maggio 1910 nasce il piccolo Guillaume Laurent. Che diventerà, per praticità, Guy. Guy Moll.

Piccolo, magro, un fascio di nervi, Guy Moll. Vi ricorda qualcuno? Ne parleremo più avanti.

Questo piccolo ragazzo bruno, fra il ’31 e il ’32, presta servizio militare. Quanto torna a casa decide di correre in macchina. In realtà ha già fatto il GP di Orano, sempre in Algeria, nel 1930 con una vecchia Lorraine-Dietrich finendo quarto di classe e la 6 Ore di Tunisi del 1931 con la stessa macchina.

Il giovanotto incrocia un francese di 44 anni che corre pure lui, si chiama Marcel Lehoux. Rimane colpito dal giovane Moll e gli offre la sua Bugatti 35C per correre il GP di Orano 1932. In un atmosfera dove ci starebbero bene l’Humprey Bogart di “Casablanca” o un Jean Gabin d’annata, Guy prende la testa prima di ritirarsi per un problema meccanico. Ci riprova al GP di Casablanca, in Marocco. Lehoux vince e Moll si ritira dopo aver impressionato tutti. Lehoux pensa che per il ragazzo sia arrivato il momento di misurarsi con i piloti europei e lo iscrive al GP di Marsiglia (qui oltre a Jean Gabin ci starebbero bene anche Jean Paul Belmondo e Alain Delon con il gessato d’ordinanza) che si corre a Miramas. Con una più fresca Bugatti T51 il fascio di nervi che arriva dall’Algeria partendo dall’ultima fila si piazza terzo: primo è Raymond Sommer, secondo un italiano che risponde al nome di Tazio Nuvolari.

La stagione 1933 comincia con il GP di Pau, sui Pirenei. È possibile che in quell’angolo di Francia a febbraio nevichi e difatti… però si corre lo stesso: Moll prende la testa, deve poi cederla a Lehoux ma alla fine è buon secondo. Grazie al portafoglio di famiglia compra una Alfa Romeo 2300 Monza con cui al GP di Nimes del 4 giugno è terzo. Guy Moll inizia a non essere più uno dei tanti.

Ad agosto corre tre gare: Nizza, Cominges e Marsiglia e si piazza terzo in tutte e tre. Il 10 settembre si corre a Monza in quella che passerà per la “Bloody Sunday” delle corse. Al mattino si corre il GP d’Italia che Moll conclude all’ottavo posto mentre nel pomeriggio, sul circuito corto, sono previste le tre batterie e la finale del GP di Monza. Nella prima batteria il conte Trossi rompe il motore perdendo olio sull’asfalto. Moll cerca di attirare l’attenzione della Direzione gara per segnalare il pericolo ma è tutto inutile. Nella seconda batteria il dramma: Campari e Borzacchini escono sull’olio e muoiono sul colpo, nella finale il conte Czaykowski, che è in testa, esce nello stesso posto e muore tra le fiamme. In tutta questa tragedia agli addetti ai lavori non sfugge un dettaglio: i migliori della giornata hanno girato ad una media di circa 186 chilometri orari, quella di Moll è di 196,34 km/h…

Enzo Ferrari lo ingaggia per la stagione 1934 in cui avrà come compagni Varzi, Trossi e Chiron. Prima gara, il GP di Monaco. Dopo 98 dei cento giri previsti è in testa Chiron con Moll secondo. Probabilmente distratto per salutare il pubblico, l’idolo di casa alla curva poi chiamata del Loews fa un dritto infilandosi sotto ai sacchi di sabbia: ci vogliono tre minuti per riprendere la gara, molto meno a Moll per superarlo ed andare a vincere con la sua Alfa Romeo Tipo B 2600.

Un mese dopo, all’inizio di maggio, sul circuito della Mellaha, si corre il Gran Premio di Tripoli in Libia. Nel finale Varzi è davanti con Moll che lo tallona da vicino e che cerca di passarlo all’interno nell’ultima curva: il pilota di Galliate chiude la porta al giovane e impertinente compagno che va su tutte le furie… Si sa che le vittorie sono la miglior medicina e la regola vale anche per Moll che si aggiudica il GP dell’Avus in Germania lasciando ad un minuto e mezzo Varzi.

Moll nonostante i soli 24 anni è un avversario temibile. Al GP di Francia, 1° luglio a Linas-Montlhéry, la Ferrari iscrive solo Varzi, Chiron e Trossi. Al quinto giro il conte biellese torna ai box perché ha perso sia la prima che la terza marcia: salta su, allora, Guy Moll che porta una vettura in quelle condizioni al terzo posto assoluto dietro a Chiron e Varzi. Il 22 del mese si corre la Coppa Ciano sul circuito del Montenero a Livorno: Moll deve cedere a Varzi ma segna il giro più veloce e può rammaricarsi per una foratura al primo giro che lo obbliga ad un recupero prodigioso. Quando è negli scarichi di Varzi, Ferrari ordina ai due piloti di mantenere le posizioni: in quel momento, davanti ai box, la vettura di Moll sbanda e mentre l’Alfa – impazzita – va in testa coda il piccolo fascio di nervi algerino ha il sangue freddo di segnalare a Ferrari che ha compreso l’ordine…

Il giorno di Ferragosto sul circuito di Pescara, lungo 25,6 chilometri, si corre la Coppa Acerbo. La lotta è tra le Alfa della Ferrari affidate a Chiron, Varzi, Moll e Pietro Ghersi e le Mercedes-Benz W25 di Rudi Caracciola, Luigi Fagioli ed Ernst Henne, un campione di motociclismo che quell’anno prova a passare alle quattro ruote. Il fondo stradale, al momento del via, è bagnato. Dopo una ventina di giri è davanti Fagioli con Moll che lo tallona. All’imbocco del rettilineo in discesa di Montesilvano, lungo due chilometri e mezzo, il giovane si trova davanti il doppiato Henne ed a 270 chilometri orari tenta di superarlo dove la carreggiata è stretta: le due ruote di sinistra scivolano sull’erba. Per una cinquantina di metri Moll riesce a tenere la vettura fino a quando l’Alfa tocca un tombino andando a sbattere contro la spalletta di un ponte. La vettura, impazzita, rimbalza fermandosi contro una casa circa 300 metri di distanza mentre Guy, sbalzato fuori, muore sul colpo. Verrà sepolto ad Algeri.

Piccolo, magro, un fascio di nervi, Guy Moll. Enzo Ferrari nel suo libro “Piloti che gente” dirà che “egli è stato, secondo me, degno di essere accostato a Nuvolari, insieme a Moss: simile a Nuvolari per talune singolari e strane affinità mentali, per il medesimo spirito aggressivo, la disinvoltura di guida, la determinazione nell’affrontare il rischio…”. Nuvolari: uno piccolo, magro, un fascio di nervi. Come, qualche decennio dopo, Gilles…