Con la gialla ha fatto vedere i sorci verdi alle rosse. Basta aggiungere un nome perché gli appassionati con i capelli bianchi facciano un tuffo all’indietro di cinquant’anni. Luigi, per tutti Gino, Pozzo. Cinquant’anni fa con la sua Alfa Romeo GTA dipinta di giallo e preparata da quel mago mai abbastanza celebrato di Renato Monzeglio seppe mettersi dietro le vetture della Casa dipinte con il classico rosso corsa. Gino Pozzo se n’è andato a metà aprile, pianto da tutti coloro che si sono infiammati per le sue imprese che rimarranno sempre legate al nome ed alle creature di Monzeglio.

Gino Pozzo era nato a San Mauro Torinese il 13 giugno 1938 ed era il classico pilota gentleman che si divideva tra la lavanderia industriale di famiglia, che gestiva con il padre ed i fratelli, e le corse. Comincia a correre appena possibile: il suo debutto avviene nel settembre del 1957 al Trofeo Supercortemaggiore di Monza con una Alfa Romeo Giulietta Ti. Negli anni a seguire si divide tra pista e salite accumulando esperienza ed affinando la tecnica con varie vetture: il primo risultato importante è il successo di classe nell’edizione 1964 della Garessio-San Bernardo, in provincia di Cuneo, con una Simca Abarth 1150. Nel corso dell’annata ottiene altri risultati di rilievo che attirano l’attenzione del preparatore torinese, ma monferrino d’origine, Renato Monzeglio che nel 1965 gli affida prima una Lancia Appia Zagato e poi una Fulvia. Vince la classe alla Castell’Arquato-Vernasca, alla Courgnè-Alpette e nella cronoscalata svizzera Ollon-Villars mentre è terzo di classe alla Targa Florio.

Quando nel 1968 Monzeglio sceglie le Alfa Romeo al posto delle Lancia, Gino Pozzo lo segue nella nuova avventura. Con la GTA 1600 ex ufficiale che Monzeglio aveva acquistato dal pilota torinese Franco Pilone ottiene piazzamenti di rilievo tra cui la vittoria nella Sierra-Montana in Svizzera. Anche l’annata 1969 si dipana allo stesso modo e riesce pure a prendere parte anche al Rally del Sestriere con Gino Valenzano su una Giulia GTA con cui chiudono quattordicesimi. Nel 1970 Gino Pozzo decide di mettersi alla prova anche nelle gare in pista. Nelle cronoscalate vince alla Trento-Bordone, alla Parma-Poggio di Berceto ed alla Garessio-San Bernardo mentre in circuito si mette in luce con una Sport prototipo Simonetti con motore Alfa Romeo.

Nel 1971 Gino Pozzo primeggia in due gare prestigiose come la Coppa Carri a Monza e la cronoscalata Trento-Bondone ma soprattutto a fine anno conquista il Campionato italiano Gruppo 2 con la GTA Junior di Monzeglio davanti ai piloti ufficiali Alfa Romeo mentre l’anno dopo lo ritroviamo in gara con una più performante Alfa Romeo GTAm nell’Europeo. Nel 1973 passa alla scuderia Filipinetti correndo in pista con una Fiat 128 Coupè assieme a Mike Parkes. Lo vediamo però anche al via di parecchie cronoscalate e pure di qualche rally, come succederà anche nel 1974. L’anno dopo, in cerca di nuove esperienze, Gino Pozzo prende parte ad alcune gare di Formula 3, compreso il prestigioso Gran Premio di Monte Carlo, con una GRD motorizzata Toyota. Nelle annate successive si concentra sulle gare in pista correndo prevalentemente con una Osella Pa3 assieme a Franco Milano. I due si piazzano quinti al Giro d’Italia 1977 con una Porsche 911 Carrera mentre l’anno dopo saranno settimi con una Porsche 934. Dopo questo exploit pian piano rallenta la sua attività agonistica senza mai abbandonarla completamente. L’ultimo risultato di rilievo lo ottiene al Giro d’Italia 1980 con Aldo De Paoli (che guida nelle prove speciali) ed il navigatore Marco Ercole: chiudono al quarto posto con una Fiat 131 Abarth preparata da Monzeglio. Nel 1990 Gino Pozzo con le GTA della Scuderia del Portello disputa alcune gare in pista dell’Europeo storico mentre nel 2000 vince la Susa-Moncenisio, categoria storiche, con una AMS a motore Alfa Romeo.