Non era solo un pilota, era una vera e propria istituzione per l’America da corsa. Robert William Unser, per tutti semplicemente Bobby Unser, lo scorso 2 maggio se n’è andato, serenamente, a 87 anni. Una vera e propria dinastia la famiglia Unser per il motorsport a stelle e strisce: il primo a correre fu lo zio Louis, nato nel 1896 e vincitore per nove volte, a cavallo della seconda guerra mondiale, della cronoscalata Pikes Peak. Con lui corsero anche i fratelli Jerry e Joe. Poi fu la volta dei tre fratelli, figli di Joe, a cominciare da Jerry, nato nel 1932 e morto nel 1959 durante le prove ufficiali della 500 Miglia di Indianapolis. Bobby era nato nel 1934 mentre il più giovane è Al, del 1939. Bobby era il padre di Robby e lo zio di Al Jr. e di Johnny. La famiglia Unser ha vinto la Indy 500 per nove volte, con Bobby che è stato uno dei dieci piloti ad aver conquistato la 500 Miglia tre o più volte e uno dei soli due, con Rick Mears, ad aver vinto la gara nel catino dell’Indiana in tre decenni (1968, 1975 e 1981).
Nato a Colorado Springs nel febbraio del 1934, Bobby Unser è morto a Albuquerque, New Mexico, dove la famiglia risiede praticamente da sempre. Figlio di Jerome “Joe” Henry Unser (il cui padre era emigrato dalla Svizzera) e Mary Catherine Craven, all’età di un anno si sposta ad Albuquerque. Sulle orme del fratello Jerry, Bobby Unser nel 1950, a 15 anni, vinse il campionato Southwest Modified Stock Cars mentre l’anno dopo, come copilota del padre, prese parte alla Carrera Panamericana. Dal 1953 al 1955 prestò servizio militare nell’aeronautica degli Stati Uniti.
Bobby Unser debutta alla Pikes Peak nel 1955 finendo quinto, dietro ai suoi fratelli, ed in gara ci sono anche i loro cugini. Un anno dopo vince per la prima volta (in tutto saranno dieci i successi battendo per nove volte il record della salita) la cronoscalata del Colorado che conquisterà consecutivamente dal 1958 al 1963. A interrompere la striscia vincente, nel 1964, è il fratello Al…
Bobby Unser corse la sua prima 500 Miglia di Indianapolis nel 1963 piazzandosi al trentatreesimo posto mentre la sua prima vittoria con una monoposto arrivò nel 1967 sul circuito canadese di Mosport. Un anno dopo vinse la sua prima 500 Miglia di Indianapolis con una Eagle spinta dal mitico motore “Offy”, riuscendo ad essere il primo pilota a correre ad oltre 170 miglia di media a Indy, prendendo la testa nelle fasi finali dopo il ritiro di Joe Leonard. In quell’anno Bobby Unser vinse anche il suo primo titolo USAC.
Nel 1972 Bobby Unser conquistò la pole alla 500 Miglia di Indianapolis con la media record di 195,94 miglia orarie. Nel 1974 arriva il secondo campionato USAC mentre nel 1975 vince la sua seconda Indy 500 accorciata, per la pioggia, al giro 174. Nel 1979 passa al team Penske nella serie CART, che ha preso il posto della USAC, e nel 1981 vince per la terza volta ad Indianapolis in quella che è l’ultima stagione della sua carriera.
Un successo controverso, arrivato a distanza di mesi. In quell’edizione parte dalla pole e conduce per il maggior numero, 89, di giri. Al 149° giro, durante una fase di neutralizzazione, Bobby Unser e Mario Andretti si fermano ai box. Al loro ritorno in pista Bobby supera otto monoposto (sempre in regime di neutralizzazione) mentre Mario ne sorpassa due. Unser arriva per primo al traguardo ma la mattina seguente viene penalizzato di un giro in favore del secondo classificato, Andretti. Dopo una causa legale lunga cinque mesi Bobby Unser ricevette nuovamente la vittoria nell’ottobre 1981 e per l’infrazione fu multato di 40.000 dollari. La causa costò cara a Bobby Unser: i suoi risultati nel resto della stagione crollarono, venne etichettato come un imbroglione dalla stampa e si stima che abbia perso, in sponsorizzazioni, circa un milione di dollari dell’epoca. A fine anno, deluso dall’ambiente, Unser decise di ritirarsi. Per anni, Unser e Andretti non si sono parlati fino all’inizio del 2017, quando Bobby ha annunciato che “Piedone” lo aveva chiamato dopo aver saputo che Unser era gravemente ammalato.
Bobby Unser ha al suo attivo anche una gara di Formula 1: nel settembre 1968 il team BRM lo chiama a partecipare al Gran Premio d’Italia a Monza. Anche Mario Andretti, il suo grande rivale per il campionato USAC, è iscritto con una Lotus. Si qualificano entrambi (decimo Mario e penultimo Bobby) ma subito dopo il termine delle prove tornano negli Stati Uniti per gareggiare nella Hoosier 100, un prestigioso evento di sprint-car, per poi essere di nuovo in extremis in Italia per il via del Gran Premio di F1. Invece la Direzione gara non li fa partire perchè dubita della loro condizione fisica dopo un viaggio del genere e fanno riferimento ad un articolo del regolamento che vieta la partecipazione ad una gara meno di 24 ore prima di un Gran Premio. I due americani debutteranno in F1 qualche settimana dopo, il 6 ottobre, al Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen. Bobby Unser si fermerà dopo 35 dei 108 giri previsti per la rottura del motore. Questa rimarrà la sua unica gara di Formula 1.
Nel 1993, a 59 anni, Bobby Unser stabilì un nuovo record di velocità su lago salato di Bonneville spingendo a 223.709 miglia orarie (360 chilometri) una D/Gas Modified Roadster, record rimasto imbattuto per 18 anni.
Dopo essersi ritirato nel 1982, Bobby Unser venne ingaggiato da Audi per sviluppare la Quattro per la Pikes Peak e nel 1986, dopo un’assenza di dodici anni, vinse la cronoscalata del Colorado per la decima volta guidando un’auto della Casa tedesca, superando così lo zio Louis fermo a nove vittorie complessive ciascuno. Negli anni successivi il campione americano è diventato un commentatore televisivo per le gare della serie Indy per le reti NBC, ABC ed ESPN.