Talentuoso pilota, il conte biellese Carlo Felice Trossi nel 1932 divenne presidente della Scuderia Ferrari

E’ passato solo un giorno dalla tragedia di Superga che si porta via l’intera squadra del Torino. A soli 41 anni, il 5 maggio 1949, quando in un ospedale di Milano un male incurabile mette la parola fine alla vita di Carlo Felice Trossi, Il talentuoso pilota era nato il 27 aprile 1908.

Al Salone dell’automobile di Torino c’è un ampio salone,raccoglie alcune monoposto che hanno fatto la storia delle corse. Non manca la Ferrari di Michael Schumacher, ma ci sono anche le Alfa Romeo dei primi anni ’80 e la 158 che vinse i primi titoli mondiali di Formula 1 e la Lancia-Ferrari D50 che guidò Alberto Ascari. Con loro c’è anche una curiosa e piccola monoposto dotata, all’anteriore, di un motore stellare. Ovvero uno di quei propulsori che venivano abitualmente montati sugli aerei. Si chiama Trossi Monaco e risale agli anni attorno al secondo conflitto mondiale.

E’ un esempio dei molteplici interessi di Carlo Felice Trossi, anzi del conte Carlo Felice Trossi. Biellese di Gaglianico, figlio di Felice, industriale laniero, e di Clementina Sella, figlia di Vittorio, alpinista e fotografo che appartiene alla famiglia proprietaria dell’omonima banca. Un nome, quello di Trossi, di cui ancora oggi sono profondamente permeati Biella ed il Biellese. E’ un attento uomo d’affari che negli anni si dedica, con passione alla motonautica ed al volo. Oltre che grande interesse ha anche capacità tecniche ed intuito. Ha poco più di vent’anni quando si avvicina all’automobilismo sportivo. E’ un vero gentlemen driver.

Quello che lo differenzia dagli altri è la bravura. Corre per divertimento ma è anche in grado di vincere e di competere con i campioni dell’epoca. Nel 1931 si mette in mostra con una Mercedes nella cronoscalata Pontedecimo-Giovi. Nel 1932 passa alla scuderia Ferrari, fondata appena tre anni prima, di cui divenne presidente. Sotto la guida di Carlo Felice Trossi la Ferrari s’impone alla Targa Florio con Nuvolari-Borzacchini ed alla 24 Ore di Spa con Siena ed il marchese biellese Tonino Brivio che, negli anni a seguire, vincerà anche la Mille Miglia e per due volte la Targa Florio.

Proprio con l’amico Brivio il conte Trossi nel 1932 disputa la Mille Miglia che conclude al secondo posto assoluto. Fu quella un’edizione dominata dalle Alfa Romeo 8 cilindri, in gara con i colori ufficiali e con le insegne della Scuderia Ferrari.

Passati gli anni della guerra, ricomincia a correre con le Alfa Romeo ufficiali. Nel 1946 si aggiudica il Circuito di Milano mentre le sua stella risplende a Monza dove vince il prestigioso Gran Premio d’Italia. Il 1948 lo vede ancora ai nastri di partenza, anche se cominciano a far capolino le prime avvisaglie del male che porrà fine alla sua vita. In quella stagione riesce ancora a vincere il Gran Premio dell’autodromo a Monza.

Negli anni della guerra contribuì allo sviluppo del prototipo del motoscooter paperino dato che la Piaggio aveva abbandonato i suoi stabilimenti di Pontedera per trasferirsi a Biella.